I numeri della festa sono da capogiro. Numeri grandi per una città di provincia che danza sul podio delle mete preferite dal popolo del Natale. Solo dodici mesi fa era seconda nell’albo d’oro nazionale e quest’anno punta al primato. Del resto è una Città senza confini. Perchè il debutto apre la strada a nuovi spazi e nuove sorprese e brucia sul tempo le capitali tradizionali sotto l’albero. Le prenotazioni negli alberghi segnalano un boom senza precedenti già nel primo weekend della grande festa. E insieme alla festa gira l’economia legata al commercio e all’ospitalità. E gira l’indotto: da chi rifornisce ristoranti, enoteche e bar, a chi produce materie prime di stagione nella preziosa filiera agroalimentare delle aziende locali. Un evento che in media ogni anno chiama ad Arezzo un milione e mezzo di visitatori, conferma la sua potenza, muove un giro d’affari impressionante. Le stime di quest’anno incrociano il bilancio 2023. Cinquantadue giorni di eventi, portano a stimare circa ottantamila pernottamenti negli alberghi, con una capacità di spesa pro capite calcolata (al ribasso) intorno ai cento euro. Solo un anno fa il totale dei pernottamenti si era fermato a quota settantottomila.
Le previsioni sulle presenze per ogni weekend oscillano tra duecento e trecentomila. Il giro d’affari complessivo si aggira intorno ai quaranta milioni di euro, mentre quello giornaliero supera i settecentomila euro. Se gli alberghi sono pieni, i ristoranti si attrezzano per la prima campanella della maratona. Non solo turni quasi no stop tra i tavoli ma anche un robusto rinforzo della task force al servizio dei clienti: dalle cucine alle sale dove gustare le specialità della cucina aretina e non solo. Il "motore" del lavoro gira a pieno regime: la stima complessiva delle assunzioni se si considerano i novanta posti al Villaggio tirolese di Piazza Grande, le circa sessanta persone in forza tra le quarantaquattro casette del Prato e pure le "pattuglie" di camerieri e chef nei ristoranti o il personale nei bar e nei negozi di prodotti alimentari, il conto arriva comodamente a cinquecento posti di lavoro. La Città del Natale mette in moto lavoro ed economia in due mesi strategici per le aziende che tagliano il traguardo di un anno non facile. Ma qui, ora è tempo di spingere sull’acceleratore. E accanto ai negozi tradizionali, a braccetto con le baite tirolesi e le casette del Prato, i mercatini di San jacopo e piazza Risorgimento, hanno tirato su la saracinesca un manipolo ben corazzato di temporary shop. Nella parte alta del Corso sono già accese le vetrine di Monnalisa, che si aggiungono a quelle di altri due brand della moda poco distanti. E dietro la porticina incastonata nella facciata della Pieve che corre lungo via Seteria, da oggi si spalanca il mondo dei dolci della pasticceria Cini. Qualche metro più avanti, proprio davanti al Villaggio tirolese un ristorante raddoppia gli spazi e l’offerta: una vetrina tutta dedicata all’arte dei panini di qualità.
I numeri di quest’anno seguono la mappa del giro d’affari consolidato in otto anni di attività e traguardi raggiunti: otto milioni di visitari su otto edizioni. Oltre duecento i tour operator che scelgono la Città del Natale tra le mete più originali da proporre ai turisti, pronti a sbarcare in massa da oggi. Un esempio? Solo il 1 dicembre arriveranno ad Arezzo 22 pullman. E tra i tour operator è già scattata la gara. Perchè ormai Arezzo brilla nel parterre delle grandi capitali del Natale. Con i suoi numeri sa capogiro, ossigeno per l’economia.