LUCA AMODIO
Cronaca

Casco e mazze pronte, banditi presi appena prima della rapina. Il gioielliere: “Ho paura ma vado avanti”

Avvistati a fianco dei giardini Porcinai poco prima del blitz e bloccati. Arrestati in flagrante, sulle spalle avevano un curriculum pieno di colpi. “Pensavo litigassero” spiega l’imprenditore, già svaligiato in passato

La gioielleria nel mirino dei banditi e gli strumenti sequestrati dai carabinieri

La gioielleria nel mirino dei banditi

Arezzo, 25 settembre 2024 – “Ho visto una grande confusione: le auto dei carabinieri a sirene spiegate, i militari in divisa e in borghese e tanta gente curiosa che guardava quello che stava accadendo. Lì per lì pensavo fosse l’ennesima rissa, poi i carabinieri mi hanno detto cosa era successo: stavano per rapinarmi”. È sotto shock - e per certi aspetti ancora incredulo - Mauro Grotti, titolare dell’omonima gioielleria in zona Porcinai, in via Spinello. Nel cuore di Arezzo.

Lunedì mattina era in negozio. Era giorno di chiusura al pubblico ma c’era comunque da lavorare: stava aspettando un corriere chiuso nel suo piccolo negozio, ormai una seconda casa per lui e sua moglie. “Verso ora di pranzo intravedo dalla serranda un gran movimento, poi sento tante sirene arrivare sul posto - racconta dal suo negozio, dove lo abbiamo incontrato - mi affaccio e vedo i carabinieri. Sarà stata l’ennesima rissa, ho pensato”. Si sbagliava.

In verità tre persone erano appena state arrestate. Stavano per rapinare il negozio di Grotti. Non a caso con loro avevano gli “attrezzi del mestiere“: fascette da elettricista, nastro adesivo telato, una mazza e un cacciavite di grandi dimensione. Oggetti che fanno venire i brividi se si pensa alle intenzioni dei tre individui. Per loro sono scattate le manette: i militari dell’Arma hanno proceduto con un arresto in flagranza per tentata rapina in concorso.

Si tratta di tre soggetti non originari della provincia di Arezzo ma con alle spalle diversi precedenti penali. Due di loro hanno 50 anni, il terzo una ventina. Come disposto dalla procura il trio di farabutti si trova recluso alla casa circondariale di Arezzo in attesa dell’udienza di convalido dell’arresto che verrà celebrata in tribunale probabilmente oggi.

“Lunedì ho trascorso la giornata in caserma: voglio dire grazie ai carabinieri, mi hanno salvato”. Parole piene di riconoscimento ma in cui si percepisce anche un sottofondo di paura: quella di un imprenditore che lavora in una delle zone “calde“ della città. “Già nel 2022 - ricorda Grotti - avevo vissuto un brutto momento: un uomo era entrato in negozio, mi aveva messo un coltello alla gola ma per fortuna sono riuscito a disarmarlo. Subito era stato arrestato dagli agenti della politiza municipale di Arezzo”. Anche stavolta i suoi angeli custodi indossano una divisa: sono i carabinieri della Compagnia di Arezzo e de Nucleo investigativo.

I militari stavano pattugliando la zona. Un controllo ad hoc, mirato a contrastare i reati contro il patrimonio. L’orario della pausa pranzo non era stato scelto a caso: è il break che i malviventi scelgono per mettersi all’azione approfittando della sosta e della siesta dei commercianti. Un uomo era sceso frettolosamente dallo scooter. Indossava un casco integrale. Si stava avvicinando al negozio: con lui altre due persone che lo avevano raggiunto. In quel momento è scattato il blitz. E le manette per i tre fermati dai militari.

“Se ho paura? Dopo quello che è successo, sì: ma vado avanti, come facciamo dal 1948. Ci vogliono azioni come queste, più controlli e sicurezza”. Parole il cui eco risuona nelle bocche degli imprenditori dei Porcinai: più presidi, più luci, più telecamere. Insomma: più sicurezza.