di Gaia Papi
AREZZO
E’ accusato di essere stato il capo della baby gang "Montana" che per mesi ha terrorizzato gli adolescenti aretini, oggi il trapper Welid Rakia comparirà davanti al giudice per l’udienza preliminare. Lo farà ad Arezzo perchè la Cassazione pochi giorni fa aveva rigettato la questione di incompatibilità sollevata dall’avvocato del ragazzo, preoccupato per presunti pregiudizi sorti in città nei confronti del suo assistito. Oggi Welid comparirà a palazzo di giustizia accusato di una lunga serie di fatti che avrebbe compiuto nel ruolo di capo carismatico di quella che viene definita una "associazione a delinquere".
Un gruppo di giovani (sedici di cui si occupa il tribunale dei minori di Firenze, perché tutti minorenni al momento dei fatti), che si definivano appartenenti a "casa Montana" su cui pendono accuse pesantissime: associazione per delinquere, rapina, lesioni, spaccio, aggressioni. Secondo quanto emerso dalle indagini i giovani si muovevano in gruppo e prendevano di mira ragazzi più piccoli. Pochi euro strappati di mano per il gusto della prepotenza, cellulari rubati, coltelli, minacce, botte.
Episodi di violenza nel cuore di Arezzo: piazza Sant’Agostino, il Prato, i portici di via Roma, le scale mobili. Da sfondo i video sui social in cui i componenti della banda si ritraevano travisati, vestiti di nero, con armi in pugno, se pur false, e l’immancabile dicitura 52100 ( codice postale aretino) ad indicare il territorio di pertinenza della banda, scimmiottando il Montana di Scarface. La vicenda della baby gang esplode nell’estate 2021 quando molti giovanissimi si rivolgono alle forze dell’ordine dopo essere rimasti vittime di pestaggi da parte della gang del trapper.
"Il sodalizio criminale ha evidenziato una precisa organizzazione anche nel condurre le azioni violente, sempre con lo stesso modus operandi: la vittima, spesso sola e minorenne, solitamente veniva avvicinata con un pretesto per poi ritrovarsi accerchiata dal branco che con violenza si impossessava di telefonini, cuffie o portafogli" riferì la questura.
A volte le aggressioni scaturivano per futili motivi, al solo scopo di dare sfogo alla violenza o semplicemente per affermare la supremazia territoriale. Alcune aggressioni sono state compiute per uno sguardo "sbagliato" o solo perché il gruppo non "gradiva" la presenza di un ragazzo in Sant’Agostino. Ma è quella nei confronti di un giovane disabile che fa suonare l’allarme. Le indagini conducono a Walid, infanzia difficile, già al centro di episodi gravi di bullismo nei confronti dei compagni di scuola. Il ventenne a marzo finisce in cella e, qualche settimana dopo, il tribunale per i minorenni usa la mano pesante nei confronti dei Montana boy. Ragazzini aretini, anche di seconda generazione, che avevano provato con la violenza a scalare la catena di comando. Nove ordinanze per altrettanti ragazzi tra i 16 e i 17 anni. Oggi quindi il primo ad affrontare l’udienza preliminare è il "capo", vedremo quale sarà la sua versione dei fatti e cosa deciderà di fare.