LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Regionali, il Pd sfoglia la margherita. Il rebus sindaci e la variabile Ceccarelli. Casini e Croci sono in rampa di lancio

Gli equilibri appesi alla data, probabile il settembre 2025 e alla ricandidatura quasi certa di Giani .

Gli equilibri appesi alla data, probabile il settembre 2025 e alla ricandidatura quasi certa di Giani .

Gli equilibri appesi alla data, probabile il settembre 2025 e alla ricandidatura quasi certa di Giani .

Il puzzle è senza tessere, ma i movimenti ci sono. Sottotraccia, per la verità, ma il filo che tesse la trama delle candidature per le regionali è già innestato sull’arcolaio del PD. Nel campo dem ci sono variabili pesanti ancora da chiarire, a cominciare dalla ricandidatura a governatore di Eugenio Giani che tra sette mesi conclude il suo primo mandato. Già. sette mesi: quelli che separano la fase ai blocchi di partenza dall’ultimo atto, quello del voto. Perchè l’altra variabile, dirimente, è la data delle elezioni: si vota a fine settembre o a primavera 2026 in tandem con le amministrative?

Per ora sembra prevalere la prima opzione e in quel caso il tempo per le decisioni ha un respiro più corto. Probabile, si ipotizza in ambienti dem, che il partito regionale (d’intesa col Nazareno) sciolga il nodo a marzo. E da lì si aprirà la partita dei candidati all’assemblea toscana. La composizione delle liste dovrà rispondere a criteri territoriali, di genere e di area politica. E in Toscana, compresa la provincia aretina, il partito è saldamente nelle mani dei fedelissimi di Elly Schlein: dal segretario regionale Emiliano Fossi alla leader provinciale Barbara Croci. Un altro mondo, in soli cinque anni, dalla squadra di Simona Bonafè. Tradotto: quella che prima era la maggioranza, oggi è minoranza. E il gioco degli equilibri interni avrà effetti sulle valutazioni per le candidature. Se questa è la cornice di riferimento, manca ancora un tassello per completare il quadro: i sindaci in carica potranno candidarsi al consiglio regionale? Meno di un anno fa molti amministratori dem sono stati rieletti per il terzo mandato e adesso il partito dovrà decidere se aprire o chiudere il recinto, con l’incognita di dover affrontare nuove elezioni nei singoli municipi. Incognita non da poco. Ma se da Firenze arrivasse l’ok, si aprirebbe uno scenario che consentirebbe a molti esponenti di punta di mettersi in gioco: da Lucignano Roberta Casini ha innestato - e non da ora - la marcia, forte anche di un rapporto politico-istituzionale consolidato con il presidente della Regione Giani. In Valdichiana c’è chi punta la fiches anche sulle ex sindache Ginetta Menchetti (Civitella) e Francesca Basanieri (Cortona). In Valdarno, quotazioni in movimento per Sergio Chienni (Terranuova) e Leonardo Degli Innocenti o Sanni (Cavriglia). C’è poi il pressing del Pd di San Giovanni che rivendica un posto di rappresentanza nell’assemblea toscana. Dal Casentino tra i candidati papabili c’è la sindaca di Talla Eleonora Ducci. Nel ventilatore delle probabilità girano pure i nomi della segretaria del partito Barbara Croci, dell’ex leader dem Francesco Ruscelli e dell’ex segretario comunale Matteo Bracciali.

Altro nodo da sciogliere: la questione delle deroghe per i consiglieri regionali al terzo mandato. Questione che incrocia il nome di Vincenzo Ceccarelli, capogruppo in consiglio regionale, che i dem aretini vorrebbero candidato a Palazzo Cavallo nella sfida col centrodestra, tra poco più di un anno. Un nome autorevole, con un patrimonio di competenze acquisite in ruoli chiave del governo toscano sul quale, per ora resta un punto interrogativo. Per lui si tratterebbe del quarto mandato, tuttavia potrebbe puntare sul fatto che una legislatura e mezza le ha fatte non da consigliere ma da assessore. Per molti nelle file del partito, lui sarebbe più interessato a proseguire l’impegno in Regione che a cimentarsi nella sfida per le amministrative, ma tutto dipenderà dalla decisione della segreteria toscana del Pd. Nel borsino delle quotazioni, sembrano in calo quelle di Lucia De Robertis: due mandati pieni (il primo parziale essendo subentrata tre anni dopo le elezioni), anche lei sotto la lente della deroga. Ma su tutta la partita delle candidature la discriminante sarà la riconferma di Giani. E se, come pare quasi certo, il governatore sarà di nuovo il frontman della coalizione, è ragionevole pensare che avrà voce in capitolo sulla composizione delle liste. Un altro elemento che peserà nelle valutazioni e nelle scelte finali. Anche per questo, le indicazioni sui candidati che da Arezzo arriveranno a Firenze, potrebbero essere confermate o riviste. E in quel caso il puzzle riparte da zero.