Bibbiena, 3 dicembre 2017 - Mina Gregori a Santa Maria del Sasso: questa sera, in occasione della riapertura del refettorio del monastero e della presentazione del restauro del Rosario di Pietro Paolini, l’icona della storia dell’arte mondiale sarà a Bibbiena. La Gregori, massima studiosa di Caravaggio del quale è considerata un'esperta di fama planetaria, e del Seicento italiano, è direttrice della rivista “Paragone”, presidente della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi di Firenze, e nel ’99 è stata insignita della Legion d’onore.
Su invito dello storico d’arte Michel Scipioni, Mina Gregori parteciperà alla serata in programma alle 18 a Santa Maria, dove oltre alla riapertura dopo del refettorio del monastero dopo 500 anni, sarà appunto presentato al pubblico il restauro della Madonna del Rosario di Pietro Paolini e il relativo libro scritto da Scipioni e finanziato interamente dal Comune. L’opera riscoperta nel 2014 dallo storico d’arte Michel Scipioni durante un sopralluogo nella clausura domenicana, è il più grande capolavoro del seicento, non solo del territorio casentinese ma anche di tutta la provincia di Arezzo. La tela in realtà non era destinata al monastero di Bibbiena ma al San Domenico di Lucca, dal quale provengono le monache di Santa Maria, giunte a Bibbiena soltanto nel ‘27.
Il restauro, finanziato dal Comune, è stato curato da Alessandra Gorgoni sotto l’attenta supervisione di Paola Refice, funzionario della Soprintendenza Archeologica per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. Ma a fare notizia, insieme alla presentazione del dipinto di Paolini e del relativo libro, è senza dubbio l’apertura della clausura: grazie all’interessamento dello storico d’arte e alla collaborazione dei frati di Santa Maria del Sasso e delle monache di clausura domenicane, il refettorio sarà infatti aperto per la prima volta nella storia. I presenti potranno passare attraverso l’unico chiostro cinquecentesco presente in Casentino e illuminato per l’occasione, entrando così negli ambienti delle monache domenicane. Da qui sarà possibile accedere alla clausura passando per una stanza di disimpegno che conserva il bellissimo affresco con “Cristo e la Samaritana Giovanni del Brina”. La visita terminerà così con l’ingresso nel refettorio che rappresenta a tutti gli effetti uno degli ambienti più riservati ed intimi della clausura domenicana dove, prima i frati e poi le monache, hanno pranzato e cenato per più di mezzo millennio. Qui sarà possibile ammirare le tavole e le panche originali, un pulpito in pietra dal quale si recitavano preghiere e orazioni durante i pasti. Alle pareti una lunga serie di ritratti di Santi domenicani, tra questi spicca il grande affresco dell’Ultima Cena di Raffaellino dal Colle (1495-1566), pittore biturgense allievo di Raffaello, che ha assistito il Maestro in molti dei suoi lavori a Roma, in Vaticano e alla Villa Farnesina. Il dipinto raffigura la cena di Gesù con gli apostoli durante la Pasqua ebraica, precedente la sua morte. Davanti all’affresco saranno descritte alcune curiosità relative all’esecuzione dell’opera e dei suoi significati.