"Porta una bottiglia vuota e te ne andrai con un coloratissimo oggetto da indossare o da utilizzare nella quotidianità": è questo lo slogan, che accompagna l’iniziativa, che ha esordito con grande successo a Figline Valdarno e che sta per prendere piede ad Arezzo. Giovani e adulti, grazie ad una particolare stampante 3D ed all’ingegnosa collaborazione di "Eta Beta APS", potranno vedere un proprio rifiuto in pet, moplen od altro materiale plastico, trasformato in un simpatico monile, bracciali, spille, o in un oggetto da gioco.
Si chiama "Plastichiamo i fiumi" il progetto che sta per partire nelle scuole contro l’abbandono delle plastiche nell’ambiente, promosso dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno. "E’ un modo per educare all’attenzione per il fiume. Sempre. Quando ci si avvicina al fiume per sport, relax e divertimento; quando si programmano scelte di sviluppo urbanistico; quando si acquista un immobile; quando si interviene per la sua manutenzione: una grande lezione, diretta ed efficace per tutti" spiega la presidente Stefani.
"Ben vengano dunque le spille, i braccialetti, i giochi variopinti ricavati da vecchi contenitori recuperati, che ci aiutano a lanciare l’sos plastiche nei corsi d’acqua", conclude. In questi giorni il Consorzio sta raccogliendo le adesioni tra le scuole per partecipare all’iniziativa didattico-educativa-esperienziale.
Un anno fa furono più di un migliaio gli studenti e un centinaio gli adulti. L’incontro con il Consorzio darà l’avvio al progetto, a cui seguirà una passeggiata sui fiumi per raccogliere le plastiche e si concluderà con il laboratorio allestito nelle classi.
Qui le plastiche verranno fuse e inserite nella stampante 3D, dove prenderanno nuova vita. Un modo per insegnare come sia sbagliato gettare i rifiuti, e come quei rifiuti possano invece essere recuperati. "L’abbandono delle plastiche nell’ambiente è un fenomeno diffuso, che dobbiamo affrontare con la prevenzione e la formazione. I rifiuti abbandonati sono pericolosi sul piano idraulico, perché rappresentano un ostacolo al deflusso delle acque, ma anche per l’ambiente e la salute umana: nel loro lungo viaggio verso il mare, infatti, si trasformano in microplastiche con un gravissimo impatto sulla qualità della vita, degli ecosistemi e delle persone", commenta Stefani. Ad Arezzo pensano in grande e così, in collaborazione con Legambiente, è già prevista la creazione del villaggio "plastic free" sulle sponde del torrente Chiassa.