Salvatore Mannino
Cronaca

"Riciclaggio? No, stangata": Finanza all'hotel vip, la difesa attacca. "Ridategli i soldi"

Domani sarà discusso il ricorso al riesame. L'immobiliarista spiega: «Voleva fregarmi, il francese si spacciava per israeliano in contatto con il Mossad». Blitz in diretta sulla telecamera degli 007 privati

Guardia di Finanza

Arezzo, 9 aprile 2017 - Per salvare il salvabile non gli rimane che fare la parte del «fesso», di quello che stava per farsi fregare. Così, almeno, Stefano Fabbriciani potrebbe salvare i 250 mila euro che gli sono stati sequestrati dagli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza aretina nel blitz (pistole alla mano) del primo marzo all’hotel Fours Seasons di Milano, uno dei grandi alberghi della capitale morale, pieno quadrilatero della moda, classico resort da ricchi e famosi.

Eccola allora la tesi difensiva che sarà depositata domani dall’avvocato Niki Rappuoli al tribunale del Riesame meneghino: altro che tentativo di riciclaggio da parte dell’immobiliarista aretino, è stata una stangata in piena regola, che non è andata a segno solo perchè Fabbriciani, tradito probabilmente da qualcuno che teoricamente stava dalla sua parte, all’ultimo momento non si è fidato.

In settimana la discussione, dopo Pasqua il verdetto, dal quale dipenderà se l’imprenditore col vizietto dei soldi facili riuscirà perlomeno a recuperare i 250 mila euro. Soldi,spiega l’avvocato, che sono a tutti gli effetti di Fabbriciani e di cui nessuno può contestargli la provenienza: è infatti denaro scudato, che era rientrato in Italia grazie al provvedimento sulla voluntary disclosure dei capitali di incerta origine. Quanto al fatto che l’immobiliarista si sia prestato a un’operazione di cambio valuta con commissione del 20% in suo favore (300 mila euro altrui contro i 250 mila suoi), Rappuoli nega che ciò sia tentativo di riciclaggio, perchè ci si è fermati prima che si concretizzasse il tentativo e perchè comunque non c’era l’ipotesi del riciclaggio.

La prova, a suo giudizio, sta nella telecamera che Fabbriciani aveva fatto installare nella camera del Four Seasons da un’agenzia di 007 privati, perchè non si fidava più del suo interlocutore, il francese trentaseienne Samuel Marcel Delvart, sedicente cittadino israeliano in contatto con il Mossad. Che, invece, sempre secondo la difesa dell’immobiliarista, era solo un truffatore d’alta scuola, agevolato dagli intermediari che lo mettono in contatto con l’aretino, Alessandro S. e Alessandra Franci, figlinese cinquantenne, scoperta dalla Finanza nella stanza di Fabbriciani, insieme a un altro orafo, Claudio Remilli. Formalmente era in squadra con l’immobiliarista, in realtà faceva il doppio gioco.

Nella ricostruzione di Rappuoli, il momento in cui si rompe la fiducia con Delvart è l’incontro con Fabbriciani nella stazione torinese di Porta Nuova, in pieno febbraio. Si scambiano gli orologi, ma il Rolex del francese è farlocco. Da allora l’aretino sta in guardia e in vista dell’incontro decisivo per lo scambio dei soldi (pezzi da 500 da un lato, tagli più piccoli dall’altro) fa intervenire l’agenzia di investigazione con la telecamera. Che riprende tutto.

Le due zingare che si presentano al posto di Delvart, dicendo di essere la sorella e la madre, poi i soldi che vengono contati ma non scambiati, con Fabbriciani che caccia via le donne e le fa seguire dai suoi 007. Vorrebbe arrivare al francese, invece giungono prima gli uomini delle Finanza, che fanno irruzione con le pistole. Per l’aretino, cinquantenne anche lui, è l’inizio di un mare di guai. Non solo indagato per il presunto tentativo di riciclaggio ma anche con 250 mila euro in meno, mica bruscolini.