Giornalista de La Nazione e socio fondatore della Società storica aretina, oltre che appassionato della Giostra del Saracino, scomparso a soli 43 anni il 6 gennaio 2002, alla memoria di Aurelio Marcantoni è dedicato l’omonimo premio che incorona le tesi dedicate alla storia della Toscana. La cerimonia di premiazione si è svolta ieri mattina nella Sala Pieve della Fraternita dei Laici in piazza Grande nel giorno dell’anniversario della scomparsa di Aurelio con l’ormai tradizionale saluto del collega Alberto Pierini. Il premio ai quattro vincitori della undicesima edizione del Concorso per tesi di dottorato e di laurea magistrali e triennali, è organizzato dalla Società storica aretina, recentemente divenuta ente del Terzo Settore, e dalla redazione di Arezzo del quotidiano La Nazione, con le sponsorizzazioni della Fraternita dei Laici, di Atam e Chimet. La cerimonia si è svolta alla presenza del presidente della società storica aretina Luca Berti e del Primo Rettore di Fraternita Pier Luigi Rossi. A ricevere i premi sono stati Matilde Esposito di Roma, autrice di una tesi di dottorato sulla produzione teatrale del drammaturgo toscano Giovanni Battista Niccolini (1782-1861), discussa a La Sapienza di Roma. Il fiorentino Michelangelo Borri, a cui è andato il premio riservato alle tesi magistrali, che ha scritto la biografia di Giorgio Alberto Chiurco (1895-1975), una figura eminente del fascismo senese e nazionale finora trascurata dalla storiografia. Il senese Francesco Salerno, che ha riscoperto il pittore fiorentino Niccolò Betti vissuto a cavallo fra il Cinquecento e il Seicento, al quale ha dedicato la sua tesi triennale. E l’aretino Leonardo Fusco, premio speciale in memoria di Massimo Benigni, che in una tesi magistrale all’Università di Bologna ha indagato la situazione politica e istituzionale di Arezzo fra il 1384 e il 1400. Menzioni speciali, sono state riservate alle tesi di dottorato di Antonio D’Ambrosio e di Davide Martini, alle tesi magistrali di Niccolò Bianconi, Francesco Civitillo, Enzo Di Carlo e Lena Radaljac, cittadina serba laureata a Padova, e alle tesi triennali di Benedetta Garofani, Teresa Boncompagni e Antonio Panetta. Tantissime le tesi arrivate da ogni parte d’Italia anche per questa edizione del Premio Marcantoni. Oltre che dalle istituzioni accademiche toscane con sede a Firenze, Pisa e Siena, dalla Sapienza di Roma, dalle tre Università milanesi (Statale, Politecnico e Cattolica) e dalle Università di Varese, Pavia, Padova, Bologna, Napoli, Lecce e Palermo. Il premio era riservato ai giovani nati a partire dal 1988, autori di tesi sulla storia della Toscana in ogni suo aspetto o sulla storia di un’area geografica, località, persona o monumento della regione, discusse negli ultimi quattro anni. Il Concorso, che ha acquisito una rilevanza nazionale rafforzando l’immagine della nostra città e la sua inclinazione al mecenatismo, si propone di incentivare gli studi sulla storia locale e di ricordare il nostro collega Aurelio Marcantoni, prematuramente scomparso.
CronacaRicordando Marcantoni. Premio alle tesi che raccontano la storia oltre la cronaca