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Mirko Vichi
Arezzo, 03 marzo 2025 – "È estremamente positivo che il coordinamento del Partito Democratico del Valdarno abbia espresso il proprio sostegno a una grande mobilitazione in difesa della Costituzione. Ancora più significativo è il fatto che questa mobilitazione parta dalla base degli iscritti, un elemento che spesso si è rivelato distante dalle posizioni della dirigenza nazionale del partito, almeno fino ad ora". Lo ha detto il segretario del partito di Rifondazione Comunista del Valdarno Mirko Vichi dopo il comunicato del Pd dei giorni scorsi, che ha chiesto di mobilitarsi per la libertà e la costituzione, sottolineando il pericolo che si sta affacciando nel mondo, con le destre che stanno prendendo piede. Non è mancato un attacco anche al governo Meloni. Vichi ha ricordato che La base del Partito Democratico, in gran parte erede dell'ex PCI, ha sempre dimostrato una forte disciplina di partito, pur non condividendo appieno molte delle scelte politiche adottate a livello nazionale e internazionale. Questo senso di appartenenza e coerenza con i valori originari è forse uno degli ultimi elementi positivi rimasti del vecchio partito. Negli anni, come ha ricordato Vichi, la strategia politica del Pd è stata improntata sull'idea che la vittoria si ottenesse conquistando il centro. Da Veltroni a Letta, passando per Renzi e Gentiloni, si è sempre pensato che per governare fosse necessario moderare le posizioni, arrivando spesso a spostarsi a destra, soprattutto per quanto riguarda le politiche economiche.
"Tuttavia, con l’arrivo della nuova segretaria Elly Schlein, sembra esserci stata un’inversione di rotta: il baricentro del partito è stato spostato più a sinistra - ha aggiunto - Ma questa correzione non è sufficiente. Decenni di politiche neoliberiste hanno contribuito a spianare la strada all’avanzata dell’estrema destra, e se non ci sarà un cambio di direzione drastico e netto, le prossime elezioni politiche potrebbero rivelarsi un disastro". Vichi ha sottolineato che questa tendenza non è un fenomeno esclusivamente italiano, ma riguarda quasi tutta l’Europa. Basti guardare il caso della Germania, dove alle ultime elezioni la SPD ha subito un crollo di quasi il 10%, un calo che solo in parte è stato compensato dalla ripresa della sinistra radicale, rappresentata da Die Linke e BSW. "Tuttavia, questi recuperi non sono stati sufficienti, poiché il partito di estrema destra AfD ha registrato un preoccupante balzo in avanti, raggiungendo il 20% dei consensi - ha proseguito - L’unica eccezione in questo scenario europeo è rappresentata dalla Spagna, dove il governo di Pedro Sánchez, sostenuto da una coalizione tra il PSOE e la sinistra radicale di SUMAR, sta riuscendo a governare il paese con risultati positivi".
"Sappiamo bene che il Pd guidato oggi da Elly Schlein non è lo stesso Pd di Renzi - ha proseguito Rifondazione Comunista - Questa differenza è talmente evidente che persino alcuni nostri iscritti hanno partecipato alle primarie del partito per votarla, con la speranza di segnare un cambiamento di rotta". "È bene ricordare che nel 2016 Renzi voleva modificare profondamente la Costituzione e ci ha lasciato in eredità riforme dannose come il Jobs Act e la cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori - ha detto ancora Vichi - Per questo motivo, la mobilitazione in difesa della nostra Costituzione è senza dubbio un fatto positivo. Tuttavia, non basta difendere un testo fondamentale senza impegnarsi a farlo rispettare concretamente. Uno dei punti cruciali su cui bisognerebbe agire è il tema della guerra: non ha senso mobilitarsi in difesa della Costituzione se poi non si rispettano i suoi principi fondamentali". Lo stesso discorso vale per i prossimi referendum promossi dalla CGIL, che riguardano temi essenziali come il lavoro e la cittadinanza, pilastri fondanti della nostra Costituzione.
Per Vichi la decisione di Elly Schlein di schierare tutto il Pd a favore dei cinque “sì” al referendum rappresenta una svolta importante, che non era affatto scontata. "È noto, infatti, che all’interno del partito esiste ancora una forte componente legata alla tradizione renziana - ha ricordato Rifondazione - La stessa Schlein ha riconosciuto che non tutti gli iscritti hanno firmato per il referendum e ha sottolineato che nessuno verrà obbligato a farlo, ribadendo che il pluralismo è un valore fondante del partito. E' vero che il pluralismo è un valore, ma bisogna anche valutare quali idee vengono rappresentate al suo interno. Non si può considerare un valore la presenza di figure come Lia Quartapelle, che ha definito la Cgil un sindacato estremista e si è schierata contro i diritti dei lavoratori. D’altro canto - ha puntualizzato Vichi - nel Pd ci sono anche compagni validi, alcuni dei quali sono rientrati nel partito dopo anni di distanza, mentre altri lo hanno abbandonato e non sono più tornati.". "Se davvero il Partito Democratico vuole cambiare volto - ha continuato - questi compagni devono emergere sempre di più, mentre chi ha altri obiettivi dovrebbe essere messo ai margini. Come Rifondazione Comunista, anche noi abbiamo commesso molti errori. Non possiamo attribuire tutte le responsabilità alla legge elettorale o alla scarsa visibilità mediatica: uno degli sbagli più grandi è stato rinunciare per troppo tempo a presentare il nostro simbolo alle elezioni, nella speranza di costruire alleanze unitarie".
Per concludere il segretario di Rifondazione Comunista ha voluto rilanciare un appello lanciato dalla dottoressa Elena Basile sulla sua pagina Facebook: mentre il mondo si avvicina sempre di più al rischio di una terza guerra mondiale, cosa stiamo facendo? "Questo appello è rivolto alla Cgil, al Movimento 5 Stelle, a Sinistra Italiana e a Rifondazione Comunista, ma anche a tutte le persone di sinistra, ai cattolici e ai veri liberali. È il momento di unirsi e agire prima che sia troppo tardi, perché un domani il mondo potrebbe chiederci conto delle nostre scelte.