Civitella Val di Chiana (Arezzo), 25 aprile 2024 – Un superstite della strage nazista di Civitella in Val di Chiana (Arezzo) del 29 giugno 1944, Cipriano Boniti, che aveva 8 anni e mezzo quando gli uccisero il padre, ha consegnato al presidente Sergio Mattarella una lettera, con altri sopravvissuti, per chiedere un intervento del Capo dello Stato nella questione dello sblocco dei risarcimenti alle vittime delle stragi naziste. Le risorse sono stanziate in un fondo istituito da Draghi. “Non è una questione di soldi - ha spiegato Boniti, 88 anni -, possono anche essere 50 euro, ormai siamo vecchi e non ci servono, magari forse sarebbero serviti se ce li avessero dati subito dopo la guerra. No, è per affermare il principio che abbiamo subito un grave torto, un grave danno, il risarcimento materiale serve anche a questo”.
"I parenti delle vittime relegati in ultima fila, peccato”. Lo afferma l' avvocato Roberto Alboni, il legale noto per aver dato il via alle cause di risarcimento contro la Germania per le stragi della Seconda guerra mondiale in Italia, rispetto alla collocazione di superstiti e familiari della strage di Civitella Val di Chiana del 1944 nella tensostruttura che ha ospitato la cerimonia per il 25 aprile con l'intervento del presidente Sergio Mattarella. “La mia ricerca della verità è partita nel 2005 dopo la sentenza delle sezioni unite della Cassazione, la cosiddetta sentenza Ferrini - ricorda Alboni - e mi costituisco parte civile nel processo contro i militari tedeschi chiedendo la citazione della Germania per i crimini commessi dai suoi militari”. “Nascono polemiche - prosegue - ma io porto avanti la mia iniziativa e da lì siamo arrivati a oggi. Fortunatamente altri colleghi hanno fatto la stessa cosa. Ora, speriamo che il fondo risarcimento istituito dal governo Draghi per tacitare il contenzioso con la Germania riesca a fare giustizia a queste persone che anche oggi nella tensostruttura sono state relegate in ultima fila”.