SANSEPOLCRO
Cronaca

Rissa davanti alla discoteca. Daspo urbano all’accoltellatore e agli altri tre ragazzi coinvolti

Il giovane di 23 anni residente a Sansepolcro aveva colpito più volte un rivale dopo una lite. All’interno della sua abitazione venne ritrovata anche droga durante la perquisizione.

Rissa davanti alla discoteca. Daspo urbano all’accoltellatore e agli  altri tre ragazzi coinvolti

Rissa davanti alla discoteca. Daspo urbano all’accoltellatore e agli altri tre ragazzi coinvolti

di Claudio Roselli

Dovrà scontare per tre anni il cosiddetto "Daspo Willy", ovvero il divieto di accesso ai pubblici esercizi e ai locali di pubblico intrattenimento, il 23enne albanese residente a che in marzo ha accoltellato un connazionale nel parcheggio esterno di una nota discoteca di Città di Castello. Un anno di durata dello stesso provvedimento per gli altri tre albanesi, in età compresa fra i 18 e i 26 anni, che erano in sua compagnia quella sera e che anche loro hanno dovuto rispondere delle gravi condotte tenute. L’episodio – come già ricordato relativamente a periodo e luogo – era consistito in un’aggressione che aveva coinvolto due gruppi ben distinti tra loro, i cui partecipanti, tra l’altro, avevano preventivato l’incontro con il chiaro proposito di ledersi reciprocamente. Il fatto che fosse stata trovata la droga nell’abitazione del 23enne durante la perquisizione domiciliare, potrebbe forse spiegare i motivi alla base della rissa. Nella circostanza, uno dei giovani era stato colpito con un fendente di coltello al torace che ne ha determinato il ricovero, in prognosi riservata ed in pericolo di vita, con trasferimento all’ospedale di Perugia. Il questore di Perugia, esaminati gli atti e la proposta formulata dai carabinieri del Comando Compagnia di Città di Castello, in considerazione delle modalità con cui si era svolto il fatto e dell’allarme sociale creato, ritenendo la condotta tenuta dalle persone coinvolte tali da determinare una situazione di grave pericolo e turbativa dell’ordine e la sicurezza pubblica, al fine di tutelare i cittadini che sono soliti frequentare quei luoghi ed evitare il ripetersi di episodi analoghi, ha optato per questa forma di Daspo, che vieta ai destinatari l’accesso all’esercizio, nonché lo stanziamento nelle immediate vicinanze dello stesso, in base alla durata stabilita.

Si tratta di una misura di prevenzione personale di competenza del Questore, che rientra nella categoria dei "divieti di accesso alle aree urbane", la cui disciplina è stata potenziata nel dicembre 2020, dopo i tragici fatti che portarono all’omicidio del ventiduenne Willy Monteiro a Colleferro (Roma). Di qui, appunto, il nome "Daspo Willy". La violazione del provvedimento citato integra un autonomo delitto, punito con la reclusione da 6 mesi a 2 anni e la multa da 10 a 24mila euro.