di Laura Lucente
La finestra "gialla" a Cortona convince pochi ristoranti a riaprire, ma chi ci scommette rimane favorevolmente soddisfatto. Nel centro storico, cuore pulsante della ristorazione del territorio, solo in tre hanno riaperto le proprie cucine. Anche in vallata le riaperture sono decisamente poche. La domenica appena trascorsa ha avuto una buona risposta della clientela registrando quasi ovunque il tutto esaurito, prevedendo in alcuni casi orari prolungati o in altri non potendo accogliere tutte le richieste, viste anche le limitazioni dei protocolli applicati.
"Abbiamo ospitato nuclei familiari o conoscenti che hanno deciso di anticipare i pranzi di natale già prenotati", raccontano i proprietari del ristorante La Locanda del Loggiato nel centro storico. "Abbiamo avuto ospiti clienti affezionati al nostro locale anche di fuori regione, che sono stati ben felici di poter tornare a mangiare in sala", riferiscono invece dal Ristorante Canta Napoli a Camucia specializzato in pesce.
"C’è stata una bella risposta della nostra clientela, in particolare di coloro che ci scelgono per le nostre specialità senza glutine non sempre facili da trovare altrove per qualità e assortimento", fanno sapere invece dal ristorante La Tufa di Ossaia. Le conduzioni familiari hanno agevolato la scelta di tenere aperti e in molti casi l’opzione di riaprire non è stata motivata tanto dalle aspettative economiche, ma soprattutto dalla volontà di recuperare il contatto diretto con la clientela, di consigliare le pietanze ed i vini. Ma lo spettro della nuova chiusura e il ritorno al solo delivery è ormai dietro l’angolo portando con sé numerose preoccupazioni. A fare un quadro della situazione ci pensa Lucio Gori responsabile di Confesercenti Valdichiana.
"Decidere per la zona rossa in tutta Italia durante le festività natalizie, senza adeguati sostegni al comparto, rischia di tramutarsi in un colpo di grazia anche per tante imprese locali. Abbiamo chiesto a più riprese al Governo e alla Regione Toscana di assumere impegni seri nei confronti delle imprese della ristorazione e dell’intera filiera della distribuzione al momento non prevista nei ristori. Chiediamo che vengano evitati meccanismi infernali come il click day, siano semplificate le procedure di presentazione delle domande, e rivisti i criteri oggettivi di sostegno in percentuale alla perdita di fatturato, allargando anche al mese di dicembre il periodo di raffronto con il 2019, togliendo la soglia di calo del fatturato del 50%, visto che la maggioranza delle nostre imprese resterebbe senza alcun ristoro, malgrado perdite importante nell’ordine del 30 ed il 40%". Confesercenti parla anche di "decontribuzione", in grado di incentivare le assunzioni e il rientro dei lavoratori dalla cassa integrazione. "A tutti i livelli istituzionali anche quindi a livello comunale, chiediamo di mantenere alto il livello di interlocuzione, attivando tavoli permanenti di gestione della crisi, chiedendo misure precise e reali su temi come gli sfratti sui locali commerciali, proroga estensione suoli pubblici, una reale e forte riduzione della tari", commenta ancora Gori.