"Non si può catturare il vento" sussurrava dom Benedetto Calati a chi gli chiedeva dove andasse lo spirito. Il priore di una Camaldoli allora punto di riferimento della politica, l’immagine che personaggi della sinistra e della destra tenevano in camera tra i ricordi più cari, fino a piangerlo quando morì nella povertà della sua cella monastica. Non si può catturare il vento ma lo si può inseguire: è una delle molle che spingono ora la stessa Camaldoli su iniziativa di Rondine a scuotere la campagna elettorale. Un appello lanciato ieri a tutti i segretari nazionali, attraverso le colonne dei grandi giornali.
"Avversari sì, nemici mai": è la sintesi della lettera. Con la proposta di fare di Rondine e Camaldoli una palestra della politica: la politica alta, che vive di differenze ma anche di un terreno comune solidissimo. Perchè "c’è bisogno che la politica dia il buon esempio" spiega Franco Vaccari, il presidente della Cittadella della pace che apre la nuova pagina. "Solo così i giovani potranno stimarla, andare con convinzione a votare". E per la quale Rondine e Camaldoli si mettono a disposizione come "palestra" dove allenarsi al dialogo. "Vogliamo offrire l’opportunità di una formazione umana che preceda e si integri saldamente con quella che ogni partito offre ai suoi iscritti e alla sua leadership, perchè in chi si impegna cresca una vigilanza che non faccia nascere mai il ’nemico’ nel pensiero, nelle parole e nei comportamenti: ma ogni persona resti solo l’avversario". I capisaldi? Il metodo Rondine, la testimonianza dei giovani in arrivo dalle guerre, la riflessione sui conflitti. Una proposta concreta, secondo lo stile di Rondine ma al tempo stesso una sterzata nella storia di Rondine, che trasforma i prati intorno al borgo in potenziali luoghi di dibattito e prova a costruire lì dove le tensioni dividono. E in questo schema, trova la rinnovata alleanza con Camaldoli, proprio dove era nato il codice dal quale era ripartita la politica del dopoguerra.
"Il nuovo priore Matteo Ferrari - racconta Vaccari - ha portato questa lettera sulla tomba di Emanuele Bargellini, in Brasile, il priore che con Rondine aveva scavalcato il muro per approdare nella Russia di Gorbaciov". Fili inossidabili, nel tempo. "I nostri giovani sono a Rondine per il fallimento della politica ma credono nel fatto che possa rigenerarsi, lavorando per la pace". La linea è quella classica: "Coltivare comportamenti, parole, gesti coerenti con una cultura di pace". Guerra che non si ferma più tra i confini dei conflitti ma che arriva alle porte di casa. Serve un nuovo approccio per disinnescarla, spiega Vaccari. "Già alcuni partiti ci avevano chiesto di ospitare momenti di formazione: dire sì ad uno poteva creare un equivoco, schierare Rondine poteva diventare una realtà di parte. No, Rondine è la casa di tutti: per questo abbiamo deciso di uscire allo scoperto e lanciare la proposta a tutti".
E ora la svolta. "La proposta autonoma ci consente di collaborare con quanti aderiranno, speriamo che risposte arrivino anche da parti opposte dello schieramento politico". Sarebbe la conferma della bontà dell’idea. Il concetto di fondo è che "la cultura umana deve essere la cifra comune di una classe dirigente, prima di ogni divisione". Una proposta che si allargherà alla Verna e che intanto fa tappa in Brasile, davanti alla tomba di Bargellini. "Crediamo nella continuità della storia, è la radice viva e ispiratrice di una nuova azione". Camaldoli è anche una delle tre pietre del monumento alle porte di Rondine. E la storia continua.