LUCIA BIGOZZI
Cronaca

"Rondine? Scoperta straordinaria". Successo nelle sale in tutta Italia

Per tre giorni il film sulla superstite dei campi di sterminio è il sesto più visto, con tredicimila spettatori. Serata evento all’Uci: pienone con il sindaco e il vescovo. Ma dai siti fiumi di veleni sulla senatrice a vita.

La senatrice Liliana Segre racconta l’orrore di Auschwitz nel docufilm. sulla sua vita

La senatrice Liliana Segre racconta l’orrore di Auschwitz nel docufilm. sulla sua vita

Rondine è un posto vero, non edulcorato, dove i giovani si incontrano e si cercano. Rondine ha tante cose da dire in un mondo senza bussola e violento: la prima è che noi siamo più degli odiatori e dei populisti, di quelli che pensano che ci voglia la forza per mettere ordine. O meglio la forza ci vuole, ma quella delle idee". Ruggero Gabbai campeggia nel maxischermo della Sala 6, la seconda più grande dell’Uci Cinema. Il regista di Liliana avrebbe voluto essere ad Arezzo per accompagnare il suo film, la sua "creatura", in uno dei luoghi più cari alla Segre. Ma la corsa di questo documentario è in gran parte concentrata in tre giorni e Gabbai avrebbe dovuto farsi in 260: il totale delle sale italiane che hanno acceso i riflettori sulla storia della senatrice a vita. Una corsa a sorpresa. Dai dati Cinetel sono stati 13.618 gli spettatori a comprare il biglietto, sedersi in sala e godersi l’odissea di una donna fortissima e insieme ad affacciarsi sulla finestra della storia. Quasi centomila euro di incasso e diverse sale che hanno deciso di programmare ancora il film, a cominciare da lunedì 27, il giorno della memoria. Per tre giorni Liliana è stata al sesto posto assoluto per accessi nei cinema. E il terzo giorno è stato il più affollato, 5372 spettatori, a conferma che il passaparola resta il più grande dei trailer. In Italia e così all’Uci: anche se la terza serata, pur discretamente gremita, era lontana da quella sala 6 del giorno prima. I 330 posti quasi esauriti, per un evento che ha visto protagonisti il sindaco Alessandro Ghinelli e il vescovo Andrea Migliavacca, invitati dal presidente di Rondine Franco Vaccari.

"È importante essere qui pochi giorni prima della nostra partenza per Auschwitz" ha ricordato Ghinelli. "La città attraverso Liliana e Rondine ha avuto una missione storica: essere vigile davanti alla storia e ai grandi errori che si ripetono" ha rilanciato Migliavacca. Poco prima che le immagini del film cominciassero a scorrere, incollando gli oltre 300 spettatori alle poltroncine. La bambina, lo strappo dalla scuola, la deportazione, la morte delle persone più care, il ritorno in un mondo totalmente cambiato. "Sono rientrata nel palazzo di casa mia, si sono aperte le finestre dei vicini: le mie erano irrimidiabimente spente, spente per sempre". Rondine, racconta Liliana nel film, ha però contribuito a riaccendere, già da "nonna e vecchia signora", i suoi entusiasmi. "Quando ho incontrato Rondine nella mia vita - racconta nel film - sono rimasta affascinata da questo luogo di pace, a volte addirittura utopico". Asciutta, netta, come sempre nei suoi racconti Segre consolida il legame con la cittadella. "È stata una scoperta così straordinaria, così sensazionale che ho scelto di fare qui la mia ultima testimonianza". Mentre parla scorrono le immagini di quella testimonianza, nell’ottobre 2020 davanti a tutte le istituzioni, e quelle del borgo, fino alla curva della ferrovia, poi riproposta nel viaggio verso Roma, per insediarsi come senatrice a vita. "Noi siamo più degli odiatori" insiste Gabbai nel suo messaggio. Anche se gli odiatori si moltiplicano, anche se i profili Facebook della casa di produzione e dei cinema si affollano di veleni proprio contro Liliana, in un paese profondo spaccato al di là di ogni ragione. "Io sono libera io non scappo più se qualcuno mi vuole uccidere lo faccia..io non potrei più essere scartata come a scuola". Liliana risponde dal grande schermo. Sorridente ma non troppo. "Non sono più quella donna che vedete nel film, con quell’espressione distesa sulla spiaggia, era prima del 7 ottobre e della guerra". Affida il suo messaggio a Franco Vaccari e a quella Rondine, per la seconda volta nella sua vita.