Un solco con il centrodestra, un ponticello verso Pd e Patto Civico. Grandi manovre nella Sala dei Grandi dove si palesa, anche plasticamente, la rottura tra il presidente Polcri e la coalizione. All’orizzonte si prefigura un nuovo scenario, ancora da costruire ma che nella seduta del consiglio provinciale, si è intravisto: una sorta di maggioranza Ursula che di volta in volta si può comporre e scomporre sui singoli atti. Vuoti i banchi del centrodestra, al completo quelli dello schieramento avversario. Nessuno vota il documento unico di programmazione (Dup) anche perchè il presidente, di fronte all’assenza dei consiglieri di centrodestra, ha realizzato di non avere i numeri per approvarlo e ha preferito rinviare alla prossima seduta. Non ha risparmiato critiche all’indirizzo degli assenti sollevando la questione della responsabilità rispetto alla modifica del Dup che contiene risorse su progetti per il territorio "e per il bene della comunità", ha rimarcato con una punta di irritazione. Dalle file del centrodestra, parla chiaro la nota delle "colombe" - Fi e Noi Moderati - "rammaricati e delusi per non aver ricevuto alcun chiarimento dal presidente, nè riguardo la sua collocazione nel centrodestra, pur avendo dato sostegno esplicito alla coalizione alle provinciali, tanto meno sull’accordo politico per una staffetta concordata". La mossa di disertare la seduta (annunciata alla vigilia) rappresentava una "scossa". Perchè la porta è quasi chiusa: "La nostra determinazione a garantire che al governo della Provincia vi sia un centrodestra in grado di governare non ci fa perdere le speranze che questo possa ancora avvenire evitando una ulteriore giravolta poco comprensibile politicamente e amministrativamente poco utile all’ente". E chiedono che Polcri "promuova rapidamente un tavolo per riaffermare la sua appartenenza allo schieramento e definire tutti assieme il percorso condiviso che porti a onorare gli impegni presi in presenza anche di molti sindaci".
Il consigliere di FdI Francesco Lucacci non usa giri di parole: "Polcri, che incassa l’approvazione dei punti in discussione con il voto favorevole del Pd, si dimostra di fatto il presidente del centrosinistra. Solo il Dup non passa, evidentemente perchè la lista che fa capo a Donati non ha garantito la presenza facendo si che il punto venisse rinviato al 2025". E aggiunge: "Polcri, senza una maggioranza, sta rallentando l’azione di un ente cruciale per il territorio. Il centrodestra lo aveva supportato solo in virtù dell’impegno preso di dimettersi". Netto il leader provinciale della Lega Gianfranco Vecchi: "Avevamo ragione a non fidarci del presidente Polcri. La Lega non ha mai appoggiato il suo operato e oggi più che mai siamo convinti che l’esperienza Polcri debba concludersi. Il continuo ricorso a escamotage, come l’appoggio del centrosinistra per approvare pratiche e bilanci, rafforza la nostra convinzione".
In aula, Polcri ha tracciato una rotta: "Guardo sempre il bicchiere mezzo pieno, non quello vuoto e credo che da stamani si possa aprire un nuovo percorso". Voti incrociati sulle altre pratiche: sì dal Pd alla revisione delle partecipate, mentre Patto Civico si è astenuto votando a favore altri temi. Mancianti ha ribadito l’astensione sulle partecipate e annunciato a Polcri "un’apertura per il futuro".
Dai banchi dem la capogruppo Valentina Vaccari ha spiegato: "Ci troviamo su un’altra posizione, ma facciamo un atto di responsabilità votando a favore: nessuno vuole che questo ente, già in difficoltà, possa subire sanzioni pesanti dalla Corte dei conti". Ma il punto, è e resta tutto politico.