GLORIA PERUZZI
Cronaca

"Rumors", la fiction che porta Arezzo nell’Olimpo dello streaming

Le riprese in città e in provincia. La troupe di 140 ragazzi aretini ha lavorato con un cast di 50 persone e oltre 300 comparse

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di Gloria Peruzzi

"Ciak, azione!", due parole e capisci di essere finito dentro un film. Anzi, dentro una serie televisiva. Si sta girando una delle ultime scene di "Rumors", serie in nove episodi realizzata dalla Farrago Aps, disponibile dall’autunno in una delle più note piattaforme di streaming. "E’ un thriller ambientato nei primi mesi del 2022 - racconta Tommaso Caperdoni, co-regista e produttore insieme a Luca Bizzarri - Tranne qualche salto temporale nel passato, è un racconto dei nostri giorni, pandemia compresa". La troupe, centoquaranta ragazzi per lo più aretini, ha lavorato con un cast di cinquanta persone e più di trecento comparse, nei set allestiti in molti luoghi della città e in provincia, nei boschi del Casentino, sulle sponde dell’Arno, a Castelsecco, in Fortezza, al teatro Petrarca, all’Informagiovani che, nella serie, è la sede della Lca, una società che accompagna le persone nella loro esistenza social fino alla morte. Da qui si sviluppano le storie dei protagonisti: Marco, fotografo emergente (Tommaso Bocconi), Sofia, laureanda in lettere antiche-etruscologia (Gaia Ria) e Lidia, rider e cameriera (Valentina Bivona). Tre ventenni (nella vita reale e nella finzione), che rappresentano la loro generazione, precaria ma ambiziosa, più legata agli ideali che al guadagno materiale. Intorno a loro, un corredo di personaggi bizzarri, ma altrettanto significativi come Lars (Marco Benelli), fondatore della Lca, becchino digitale, Cosimo, ethical sharenter, gestisce profili social di neonati e Alma, silenziosa e burbera social media manager. L’idea nasce dal progetto di una decina di ragazzi aretini, tra cui Caperdoni, Bizzarri ed Elisa Alvelli, che si aggiudica il bando Anci, capofila il Comune e partner Arezzo Che Spacca, Oxfam Italia, Circolo Eureko, I Care, cui si aggiungono altri sponsor che consentono alla produzione di cominciare a lavorare. I giovani e Arezzo hanno ruoli importanti anche nella serie? "Sì, per la prima volta abbiamo voluto come protagonisti personaggi mai visti nelle serie tv - aggiunge Caperdoni - che raccontano quel senso di esclusione che provano i giovani nelle città di provincia come Arezzo". Si può pensare a un’industria cinematografica aretina? "Difficile dirlo adesso. Dipenderà dal successo della serie e del progetto professionale. Può essere la carta vincente per attrarre investimenti importanti, oppure rimanere uno dei nostri ricordi più belli e un’opportunità che ci ha insegnato molto a livello personale e professionale, ma sicuramente non replicabile con lo stesso budget".

C’è anche un mistero da risolvere nella serie? "Non posso dire troppo, ma riguarda gli Etruschi. E’ un fatto molto sentito dagli aretini, sia che siano dentro o che siano fuori". Di certo, intanto, c’è la première a settembre ad Arezzo.