SOFIA ZUPPA
Cronaca

Saldi estivi, i conti non tornano. Neanche i turisti fanno salire gli affari

I commercianti del centro lamentano "un calo di visitatori e troppe presenze solo mordi e fuggi". La stagione dei ribassi non ha lo sprint di un tempo. Vichi: "Ricordo le file all’apertura del negozio".

Saldi estivi, i conti non tornano. Neanche i turisti fanno salire gli affari

L’andamento della stagione visto dai negozianti Ma alcune attività hanno venduto molto

Meno turisti, calo del potere di acquisto delle famiglie e lo zampino del mercato online. Secondo i commercianti del centro sono questi i motivi per cui i saldi della stagione estiva non fanno decollare le vendite delle attività. O almeno non come ai tempi d’oro. Percorrendo Corso Italia si notano vetrine stracolme di adesivi seducenti: "Tutto a 9 euro. Doppi Saldi. Fino al 50%, extra 20%. Fuori tutto. Fino al 70%. Tutto a metà prezzo. Nuove occasioni. 3+1 in omaggio". Ma dietro, si cela un’amara verità: "I saldi non sono più quelli di una volta". Una sentenza che riecheggia da ogni negozio. Antonio Franzese di Albatros Magazine in Via Crispi ci tiene a sottolineare i tre fattori determinanti: "Dal periodo Covid in poi c’è stata un’enorme impennata degli acquisti online e così le grandi piattaforme hanno iniziato ad applicare promozioni fin dall’inizio della stagione, danneggiandoci irrimediabilmente. Ormai si è persa l’attesa da parte del consumatore, perché ha comprato tutto l’anno a prezzi scontati".

Come se ne esce? "L’unico modo per sopravvivere è adeguarsi ai trend degli sconti online. Inoltre, le famiglie hanno un potere d’acquisto più basso e non fanno più le scorte". Concorda Barbara Vichi di Moreno Calzature: "Una volta all’orario di apertura c’era la fila fuori dal negozio per accaparrarsi il capo meno costoso. Ricordo che spesso veniva acquistato un singolo modello di scarpa in più colori differenti, cosa che oggi non accade. Quello che ho notato è che i clienti tornano solo quando il capo è ormai totalmente consumato ed è necessario un ricambio". Ma quello su cui concordano tutti, ma proprio tutti, è la qualità del turismo: "Scarso e i visitatori non acquistano. È un turista mordi e fuggi che vuole spendere poco e non aiuta la città", spiega Mario Bidini, dell’omonimo negozio di calzature.

E gli aretini? Una signora intenta a scrutare una vetrina con la serranda abbassata dice: "Sto cercando di capire quanto vengono quelle scarpe. Se c’è lo sconto, è meglio". Laddove la tecnologia ha attecchito meno, è rimasta l’antica concezione del saldo come unica occasione di risparmio. Ma, attenzione: la brutta sorpresa è sempre dietro l’angolo, come spiega Lamberto Benvenuti, direttore commerciale del negozio di Viapiana, via Guido Monaco: "Molti negozi tirano fuori capi vecchi. Inoltre, anche gli sconti estremamente elevati sono un segnale negativo perché significa che le attività devono puntare al ribasso a causa del mancato guadagno. Per ovviare al primo problema sarebbe giusto avere punti vendita di stoccaggio in cui può finire, lecitamente, merce di stagioni passate. Per il secondo, bisognerebbe limitare lo sconto e trovare un equilibrio, evitando di prendere in giro il cliente". In ogni caso, "non c’è più il saldo di una volta che implicava file fuori dai negozi e incassi strepitosi".

Quest’anno, insomma, i saldi sono partiti un po’ a rilento, e la tendenza si prospetta in aumento di anno in anno. La conferma c’è. Stanno meglio i negozi che compensano con il sito online, come Sabot calzature in Corso Italia: "Le vendite con i saldi stanno andando bene, e anche l’online aiuta. Non ci possiamo lamentare", spiega Riccardo Peloni. Nelle grandi catene poi, il problema non sussiste: "Le persone aspettano i saldi per venire numerosi, c’è molta affluenza", spiegano da Ovs. Quello che richiedono a gran voce i commercianti sono regole più stringenti in merito alle percentuali da applicare e alle tempistiche da rispettare, così da garantire una libera concorrenza.