SONIA FARDELLI
Cronaca

Arezzo, gli amici di Sandro Mugnai: "Chi di noi non avrebbe sparato?"

Alessandro Mori : "Lo conosco dalle elementari. E’ una persona bravissima e pronta ad aiutare il prossimo". I compagni di caccia Acquisti e Rubechi: "Mugnai è un uomo equilibrato. Lo ha fatto solo per difesa"

Arezzo, 8 gennaio 2023 - Sgomento ed incomprensione per la notte di sangue a San Polo. Gli abitanti del piccolo paese poco sotto Poti, molti dei quali agricoltori o cacciatori, non sanno spiegarsi la vicenda della vigilia dell’Epifania. Tutti descrivono Sandro Mugnai, 53 anni, fabbro, come una persona tranquilla e sempre pronta ad aiutare il prossimo.

A cominciare da Alessandro Mori, titolare di un’azienda agricola a San Polo che conosce Mugnai dai tempi delle elementari che hanno frequentato insieme presso la scuola del paese.

"Da allora non ci siano più persi di vista - dice Mori - lui è un bravissimo fabbro e mi ha aiutato anche a fare tanti lavori nella mia azienda agricola. Abitiamo vicini ed ogni volta che passa di qui si ferma, anche solo per fare due chiacchiere. E’ venuto a casa mia anche il giorno prima del fattaccio. Era tranquillo e sereno come sempre. Abbiamo parlato del più e del meno".

Nessun accenno, nemmeno, con gli amici ai problemi con il vicino di casa. "Sandro non mi ha mai parlato di lui nè mi ha accennato ad eventuali divergenze - continua Alessandro Mori - sono cose che nessuno può sapere. Quello che so è che conosco Sandro da una vita, siamo cresciuti insieme ed è una bravissima persona, pronta sempre ad aiutare gli altri. Se è arrivato a fare un gesto del genere, il motivo c’è. Per forza".

Tanta vicinanza anche dai compagni della squadra di caccia al cinghiale "La Contea" della quale Sandro Mugnai faceva parte da anni e nella quale è entrato, proprio quest’anno, non appena ha preso la licenza, anche il figlio più piccolo Michele di 19 anni. Ieri, nonostante la caccia al cinghiale stia per essere chiusa, non hanno cacciato e non lo faranno nemmeno oggi. In molti si sono recati inveve a San Polo a trovare la famiglia. "Siamo distrutti - dice Luciano Rubechi, uno dei componenti della squadra- nessuno di noi ha voglia di andare a caccia. Sandro Mugnai è il presidente della nostra squadra. E’ una persona estremamente traquilla ed equilibrata. Abbiamo scelto lui anche per questo suo carattere, per seguire bene tutta la parte burocratica dell’attività venatoria. Non mi spiego cosa lo abbia spinto a sparare. Sicuramente ha visto la sua famiglia in pericolo ed ha reagito di conseguenza. Avrei fatto lo stesso. E’ una situazione assurda che ognuno di noi spera di non dover vivere mai".

Anche l’altro compagno di caccia Andrea Acquisti la pensa esattamente alla stessa maniera. "Conosco Sandro da tantissimi anni - dice - abbiamo fatto le medie insieme alla scuola Vasari e so che persona è e che famiglia sono i Mugnai. Dopo il fattaccio ho cercato di dare loro un po’ di conforto e sono rimasto rabbrividito dal racconto. Sembra che il vicino prima abbia distrutto le auto con la benna e poi abbia cominciato a colpire la casa. I Mugnai si sarebbero affacciati alla finestra per dirgli di smettere, per cercare di farlo ragionare e lui ha colpito quel punto. Poi hanno cercato di scappare dalla porta d’ingresso ed è arrivato un altro colpo di benna. Un racconto da film del terrore, che nessuno immagina neppure lontanamente possa succedere durante una serata tranquilla in famiglia. In casa c’erano Sandro Mugnai, la madre, la moglie ed il figlio piccolo Michele. Il grande Mattia li aveva salutati da poco perchè stava per partire per la montagna. Insieme a loro fratello Massimo Mugnai con la moglie e il figlio. Probabilmente se Sandro non avesse sparato sarebbero morti tutti e sette. Chi di noi in attimi di terrore come questi non avrebbe difeso la sua famiglia?"

Resta da capire, e su questo si muoveranno gli inquirenti, cosa ha spinto Gezim Dodoli a dirigersi con la ruspa contro la casa dei Mugnai.

Intanto gli amici della caccia al cinghiale vogliono organizzare per la prossima settimana una fiaccolata per dimostrare vicinanza alla famiglia Mugnai rimasta coinvolta in una vicenda così violenta e assurda. Ed invitano tutti ad unirsi a loro.