FEDERICO D’ASCOLI
Cronaca

"Sarà dura ma possiamo farcela" L’ultima scommessa di Ceccarelli

Da qualche giorno ha la certezza della candidatura. "Ero a cena fuori a Ferragosto: poi raffica di messaggi". Ma ammette di non essere sorpreso: "Ormai me lo aspettavo". Priorità? "Due Mari, Media Etruria e digitale"

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di Federico D’Ascoli

Mancherebbe un altro gradino, il seggio a Montecitorio, in una scalata politica iniziata nel 1985. Vincenzo Ceccarelli aveva appena 25 anni quando fu eletto e rimase per dieci anni sindaco di Castel San Niccolò, il paese dove ancora vive con la moglie e le tre figlie. Il primo incarico di una lunga serie, senza nemmeno una pausa: dal 1994 al 1999 segretario provinciale del Pds mentre è in consiglio provinciale come capogruppo, dal 1999 al 2009 presidente della Provincia di Arezzo, dal 2013 al 2020 assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, infine da due anni è il capogruppo del Pd in consiglio regionale. L’elezione alla Camera dei deputati sarebbe la ciliegina sulla torta a quasi trent’anni dal debutto in politica, sempre a sinistra dal Pci al Pd.

Ceccarelli, le manca solo di diventare deputato per coronare la sua carriera politica. Si aspettava la candidatura?

"Diciamo che il mio percorso è stato lineare ed è nato da un ampio consenso locale di sindaci e amministratori che la segreteria regionale e nazionale hanno immediatamente accolto. Fino all’ultimo in politica non sai cosa può succedere ma diciamo che la designazione non mi ha colto di sorpresa. Credo che la mia lunga esperienza politica e amministrativa rappresenti un elemento importante per tutto il territorio che ha fatto convergere il partito e la coalizione sul mio nome".

Come lo ha saputo?

"A dire la verità a Ferragosto ero a cena in un posto dove il cellulare non era raggiungibile: dopo mezzanotte, quando stavo tornando a casa ho iniziato a ricevere decine di messaggi uno dietro l’altro, erano le congratulazioni di tanti amici...".

Il collegio, dicono i sondaggisti più accreditati, è tra i più incerti d’Italia, soprattutto dopo l’accordo saltato tra il Pd e il partito di Calenda. Che ne pensa?

"I risultati delle ultime Regionali ci dicono che sarà una sfida difficile in cui di certo non partiremo da una posizione di vantaggio. Inoltre c’è una legge elettorale che considero pessima e che imporrebbe coalizioni più vaste della nostra.

Ma sono convinto che lavoreremo tutti insieme per convincere i nostri elettori ad andare a votare e battere la destra".

Avrà letto l’intervista del segretario provinciale Ruscelli ad Arezzonotizie. Lamenta una scarsa attenzione sulle candidature per il territorio...

"Si basa sul confronto con altre realtà in un contesto in cui Camera e Senato hanno seggi ridotti di oltre un terzo. Rispetto il punto di vista ma adesso c’è solo da guardare avanti e rimanere compatti per vincere le elezioni del 25 settembre".

Poteva trovarsi di fronte Francesco Macrì per il centrodestra, ora emerge Tiziana Nisini mentre sembra tramontata l’ipotesi che Maria Elena Boschi sia candidata qui. Che cosa dice dei suoi avversari?

"Non amo parlare degli altri schieramenti. Mi auguro che, chiunque avrò di fronte, sia una campagna elettorale basata sui contenuti e non sugli attacchi personali. Chi mi conosce sa che da parte mia non ci sarà nessuno spazio per le polemiche inutili".

A proposito di contenuti, cosa serve ad Arezzo e alla sua provincia per affrontare un autunno che si preannuncia difficilissimo?

"Non ci sono ricette particolari che siano particolarmente diverse da quelle che riguardano la Toscana e più in generale il Paese. Non possiamo permetterci di perdere la grande occasione del Pnrr, soprattutto per le infrastrutture come la Due Mari e la stazione Medioetruria che per primo ho proposto nove anni fa.

Ma serve soprattutto puntare sulla digitalizzazione e sullo smart working due fattori che possono salvare le aree interne che rischiano di spopolarsi a favore dei grandi centri urbani".