
di Simona Santi Laurini
Sulla carta, era classificata come un’udienza impegnativa e così è stato. Ieri alla Vela del Tribunale di Arezzo, i lavori sono andati avanti dal primo mattino fino a pomeriggio inoltrato. E dopo le tre ore filate di requisitoria del pm Roberto Rossi, puntuali nel pomeriggio, sono arrivate le parti civili che si sono associate alle richieste dell’accusa. Poi è iniziato il turno delle difese con l’avvocato Gaetano Viciconte, legale di Francesco Macrì, che ha preso la parola per primo. La sua replica, un’ora e mezzo di garbo giuridico, ha puntato dritta sulla doppia richiesta di assoluzione per l’ex presidente di Estra per entrambi i capi di imputazione, peculato e abuso di ufficio. Andando per ordine, per ricalcare lo stile del legale, Viciconte ha subito definito molto rilevanti le richieste del PM e ha puntualizzato la peculiarità di questo processo per la particolare rappresentazione delle questioni giuridiche.
"C’è molto su cui riflettere – ha affermato – il tema delle partecipate, il servizio pubblico, lo sconfinamento tra l’attività politica e quella giuridico-penale". Partendo dalla stima per Rossi, Viciconte ha anche sottolineato il suo stupore nel sentirlo affermare l’univocità dell’interpretazione delle norme, in particolare la Severino. Entrando nel dettaglio, la difesa di Macrì si è letteralmente discostata dalle premesse su cui il PM ha basato la sua accusa: Coingas non è una società di rilevanza pubblicistica e, come Estra, non distribuisce gas quindi non si può profilare il servizio pubblico. Questa in estrema sintesi la ratio del suo intervento. In relazione al peculato, per Viciconte, Macrì non ha avuto alcun ruolo in relazione ai fatti, mentre per l’abuso di ufficio, la nomina non è stata fatta per una controllata del Comune di Arezzo, avendo Estra una frammentazione di partecipazioni pubbliche. In più, sostiene il legale fiorentino, manca un patto parasociale di riferimento.
Lo stesso principio dell’etichettare come errato il presupposto del servizio pubblico verrà seguito questa mattina dall’altro avvocato fiorentino, Antonio D’Avirro, che difende il collega Pier Ettore Olivetti Rason per il filone consulenze. Anche lui tenterà di scardinare la premessa del Procuratore Capo, sostenendo che il presupposto del servizio pubblico è la strada sbagliata per affrontare questa vicenda legale.
Tornando al pomeriggio di ieri, ha iniziato la sua replica anche la difesa del commercialista Cocci con gli avvocati Stefano Del Corto e Tommaso Ceccarini che hanno definito le consulenze del loro assistito pertinenti e in linea con l’attività di Coingas, oltre che particolarmente necessarie in quel periodo. Ne è poi stata ribadita anche la congruità, con i compensi percepiti in linea con le tariffe praticate. Stamani, Del Corto e Ceccarini saranno i primi a prendere la parola per chiudere il loro intervento e chiedere l’assoluzione perché il fatto non sussiste.