GAIA PAPI
Cronaca

"Scatenate come fossero maschi". L’allarme della psicologa. Cresce l’aggressività dei giovani

Marcheselli: "C’è una crisi di genere con donne più dure nei comportamenti rispetto al passato". L’analisi: "Segnali di disagio giovanile già nell’adolescenza. Fenomeno sociale preoccupante".

"Scatenate come fossero maschi". L’allarme della psicologa. Cresce l’aggressività dei giovani

Un battibecco fra due ragazzine finisce con una coltellata. Non è più una realtà lontana da noi. È successo nelle nostre strade. "La famiglia, l’ambiente, le esperienza pregresse. Dietro ai comportamenti aggressivi dei giovani ci possono essere una serie di fattori quotidianamente sotto la lente di ingrandimento degli specialisti" ci spiega Elisa Marcheselli, psicologa e psicoterapeuta, da sempre molto impegnata anche nelle scuole.

Ora più che mai?

"Il livello di attenzione è massimo. In termini di disagio giovanile ritengo che siamo di fronte ad un allarme sociale. È aumentata la difficoltà nella gestione dell’ansia, dei comportamenti, sono aumentate le crisi di panico. Disagio che ormai si manifesta in modo molto precoce, già in età adolescenziale".

Il Covid ha contribuito ad aumentare l’aggressività?

"Assolutamente sì, ha alimentato la frustrazione, elemento importante nella formazione dell’aggressività e dell’autolesionismo, tant’è che sono aumentati i casi di anoressia, di abuso di alcol e di sostanze. Siamo di fronte ad una società che sta dando segnali di frustrazione, di paura verso gli altri, di cattiva gestione delle relazioni interpersonali. L’isolamento, a cui ci ha portato il Covid, ha dato vita a comportamenti opposti alla collaborazione e all’empatia. Soprattutto tra le fasce di giovani esposte ad una carenza di apprendimento socio emotivo". Non solo isolamento...

"All’origine dell’aggressività, spesso c’è anche l’emulazione, quindi dipende dall’ambiente in cui si vive, che si frequenta. Ma giocano un ruolo importante anche gli stili educativi. Altre teorie esplorano le esperienza pregresse. E ancora, dal punto di vista sociale: la violenza può scaturire dalla mancanza di opportunità, dal degrado dell’ambiente che si frequenta. Le motivazioni e le cause sono sempre diverse, si parla di multicasualità. Ricordiamo che il disagio giovanile è ormai molto democratico. Non c’è ragione sociale che regga".

E, ormai, sembra non conosca nemmeno confini di genere… "L’aggressività femminile normalmente è di natura indiretta, ad esempio nel bullismo si attuano strategie di esclusione, invece che di attacco verbale o fisico. Nel caso avvenuto in città si è, invece, trattato di aggressività diretta che tradizionalmente è propria del genere maschile. Siamo difronte ad una crisi di genere in cui si vedono donne più aggressive, più dure rispetto al passato".

A tal proposito su cosa è giusto interrogarci?

"Sui modelli sociali presentati anche al mondo femminile, a partire dai social media".

Come arginare il fenomeno?

"Al di là delle teorie bisogna parlare di atteggiamento di prevenzione terziaria. Laddove non è stata fatta prevenzione primaria, si deve proporre percorsi psicoterapici per gestire la rabbia".