Schianto: Porsche oltre i 100 orari Folla all’addio a Francesco e Gemma

In attesa delle eventuali perizie filtra la stima della velocità al momento dell’impatto oltre la rotatoria. Emozione ai funerali della coppia. Il ricordo dei familiari e del parroco, la testimonianza di un’amica.

Schianto: Porsche oltre i 100 orari  Folla all’addio a Francesco e Gemma

Schianto: Porsche oltre i 100 orari Folla all’addio a Francesco e Gemma

"Non abbiamo parole". Così ha aperto la messa don Prudence Rudasingwa , parroco della chiesa di San Michele Arcangelo delle Ville. È stato lui a celebrare ieri pomeriggio a Santa Maria Nuova di Terranuova, insieme a Monsignor Enrico Gilardoni, i funerali di Francesco Diana e Gianna Mori. Lui 56 anni, lei 50.

La coppia abitava nella frazione collinare terranuovese e la loro vita si è schiantata martedì scorso contro una Porsche ad Indicatore, alle porte di Arezzo.

Una Porsche sulla cui corsa emergono intanto nuovi particolari. Fin dall’inizio era apparso chiaro che procedesse ad una velocità pericolosa, come era la vecchia e sempre attuale dizione del codice della strada. Ora filtra addirittura che al momento dell’impatto fosse oltre i cento chilometri all’ora. Solo la perizia potrà dare la risposta definitiva su cosa indicasse il tachimetro in quel momento fatale.

Cento all’ora, limitiamoci alla versione più prudente, non è una velocità vertiginosa? Forse su un rettilineo no ma all’uscita di una rotatoria tutto cambia. Soprattutto per una rotonda che ha una contro pendenza e spesso inganna perfino chi procede a 60 o 70 chilometri orari.

Un impatto nel quale Francesco è morto subito, la moglie durante notte a Careggi. E’ fuori pericolo ma ancora in ospedale il figlio di 25 anni: era sul sedile posteriore, insieme alla mamma, della Skoda guidata dal padre. Gremitissima la principale chiesa cittadina. Tra i tanti fedeli presenti, anche il sindaco Sergio Chienni. Non sono mancate, ovviamente, le associazioni di cui facevano parte Gianna e Francesco, tra cui Arkadia e la Crisalide. Sulle bare color legno scuro tanti fiori. "Francesco e Gianna si erano scelti per vivere insieme. Il destino ha voluto morissero insieme" ha commentato commosso nella sua omelia don Gilardoni.

Ha dato voce al dolore di tutti, ad una chiesa strapiena: in tanti sono stati costretti a restare fuori, affacciandosi ogni tanto per seguire la messa.

"Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore. La sua luce si è accesa il giorno del battesimo di Gianna e Francesco e continua a splendere, anche se fatichiamo a vederla, perché i nostri occhi sono piedi di dolore". Il sindaco Chienni è salito sull’altare per leggere alcune letture. Emozione alle stelle all’interno della chiesa. Era presente anche l’ex sindaco di San Giovanni Maurizio Viligiardi, collega di Francesco Diana alla Polynt – lavorava per una ditta esterna – e conoscente anche della moglie Gianna.

Le loro bare lì, fianco a fianco, quasi la foto di quello che don Gilardoni aveva appena detto.

Al termine si sono avvicinate al microfono tre persone care della coppia: una nipote, un’altra parente, una grande amica. Di quelle che ha vissuto con Gianna e Francesco gli anni di impegno nelle associazioni che danno del tu all’autismo e altre forme di disabilità. E questo sempre per aiutare il figlio.

"Il nostro sforzo sarà quello di aprire un futuro a questo ragazzo. Come per tutti i genitori di chi è più fragile la priorità è quella di accompagnarlo alla vita adulta". Il famoso "dopo di noi", che è un progetto e insieme un interrogativo che il mondo del volontariato si pone.

I parenti hanno ringraziato tutti coloro che, in questi giorni drammatici, hanno manifestato il loro grande affetto. Lacrime, tante lacrime, e una domanda senza risposta. Perchè? Gianna era una donna esuberante, sempre pronta alla battuta. Lui era più riservato. "Una coppia a cui era impossibile non volere bene", hanno detto in tanti. Sarà impossibile dimenticarli.

Alberto Pierini

Ha collaborato Marco Corsi