di Alberto Pierini
Devono aiutare i ragazzi più fragili a imparare matematica, italiano, scienze. Un compito da far tremare le vene nei polsi, richiede una grande professionalità. Ma i professionisti in questo campo latitano: e le cattedre restano vuote. Vuote fino alla stagione delle supplenze.
È il paradosso degli insegnanti di sostegno: che in sè non sono di serie B ma anzi sopra la A. Ma le università sfornano pochi laureati: e perfino i corsi di specializzazione non sono granché frequentati, forse perché costano. Risultato? Quasi 800 cattedre, per l’esattezza 780, andranno a supplenza. In una scuola per il resto sempre più avara di supplenze, grazie ai posti di ruolo.
C’è una sola luce accesa a tempo pieno nella città in ferie: quella del provveditorato. Agosto, si sa, è il suo momento. In un’Italia costruita quasi interamente su undici mesi, il dodicesimo brucia solo nel mondo della scuola. In poche settimane tutto deve venire al pettine. Dalle immissioni in ruolo alle supplenze agli esami di riparazione: che naturalmente non si chiamano più così, sono diventati esami di verifica. E soprattutto non si svolgono più a settembre ma naturalmente nel cuore dell’estate.
Sullo sfondo c’è la grande attesa dei precari. "I posti di ruolo – ci conferma il provveditore Roberto Curtolo – sono stati già assegnati: al 100% dalle materne alle medie e al 50% alle superiori". Una mietitura di cattedre, importanti per dare stabilità al pianeta scuola. Il resto?
Nel totale su una base complessiva di 3600 insegnanti, uno su cinque rimarrà precario. Ma attenzione, i margini oltre i posti di sostegno sono davvero ridotti.
I dati li trovate anche nel grafico sopra. Di cattedre piene ne restano 11 alla primaria, le vecchie elementari, più 3 di scienze motorie. Due per l’infanzia, 5 per le medie e 22 alle superiori. Chi ripensi ad altri estati o altri mesi di agosto si affaccerebbe su un paesaggio rivoluzionato e quasi irriconoscibile.
Certo, ci sono gli spezzoni di cattedra: 194, non pochissimi, anche se inferiori al passato. Non posti pieni ma una manciata di ore, comunque determinanti per i precari.
Il resto è dominato dal sostegno: quei 780 posti sono il vuoto più importante. E non sono colpa di sicuro nè dei provveditorati nè degli uffici scolastici regionali: è un po’ come certe professionalità sanitarie, dal pronto soccorso alla rianimazione. Non ci sono.
Per sanare la voragine scatta il famoso criterio delle graduatorie incrociate: metto insieme tutti i candidati per quel grado di scuola e pesco da lì. Ma è chiaro senza trovare chi si è preparato per anni ad affiancare disabili o ragazzi in difficoltà.
Si rischiara invece il panorama sui bidelli. Sono sempre meno di quanti ce ne vorrebbero ma il provveditorato è in grado di garantirne due ogni plesso: che sono tanti, tra istituti comprensivi e succursali. "Una mossa centrata – conferma il segretario della Cgil Scuola Maurizio Tacconi – e dimostra che si è tenuto conto dell’emergenza che si sarebbe potuta aprire". Un riconoscimento a Curtolo e al suo staff, a fronte di una situazione che comunque dovrà essere in parte dipanata con le convocazioni: circa un centinaio di posti tra il personale Ata, bidelli ma anche segretari amministrativi o assistenti di laboratorio.
Convocazioni che scattano a breve: già dal 25 agosto. Anche se sul fronte dei prof il meccanismo agostano è delicatissimo. Anche per le immissioni in ruolo, legate ad un algoritmo a livello nazionale. Chi riceve una destinazione può anche rifiutarla ma ha tempo fino alla fine del mese. A quel punto forse i primi in graduatoria hanno scelto e quelli dietro si ritrovano favoriti su posti migliori. Era stato un problema un anno fa, vedremo se si ripresenterà. L’estate è ancora tenera.