I dati Istat per il mese di febbraio 2023 ci dicono che il tasso di inflazione in Italia è ancora molto alto, +9,2% su base annua. Sappiamo che l’inflazione, cioè l’aumento generalizzato dei prezzi, fa diminuire il potere d’acquisto delle famiglie. In queste condizioni, anche nella spesa quotidiana molti sono portati a cercare sempre il prezzo più basso. È il modo giusto di procedere?
Dobbiamo sempre considerare da cosa dipende il prezzo di un bene. Sicuramente dai costi di produzione, cioè dal costo delle materie prime, dei macchinari e dell’energia impiegati, dal salario dei lavoratori. Ci sono poi le spese sostenute dai produttori per la pubblicità, le spese per il trasporto, e anche il mark up, cioè la quota di profitto che rappresenta il guadagno dell’imprenditore. Da ultimo, abbiamo l’IVA: una percentuale variabile di quanto paghiamo va allo Stato per finanziare infrastrutture e servizi che noi tutti utilizziamo.
Sicuramente in questo momento tutti sono attratti dall’idea del risparmio, ma fin quando si riesce a mantenere un rapporto bilanciato tra qualità e prezzo? Il rischio è infatti quello che a un prezzo molto basso corrisponda una scarsa qualità della materia prima oppure che la produzione non avvenga in condizioni eque per i lavoratori o per l’ambiente. È necessario, perciò, che i consumatori siano consapevoli di ciò che acquistano e che siano in grado di fare scelte corrette ed equilibrate.
Abbiamo analizzato i criteri che guidano le nostre famiglie nella spesa quotidiana. La maggior parte si rivolge ai supermercati della grande distribuzione, soprattutto per questioni di praticità; altri, però, comprano nei mercati o direttamente da produttori locali, con i quali nel tempo hanno instaurato un rapporto di fiducia. Alcuni di noi, addirittura, hanno le verdure del proprio orto e carni bianche di produzione familiare.
In generale, comunque, abbiamo notato la ricerca della qualità e la preferenza per prodotti freschi, del territorio, biologici. Non siamo in pochi a fare questo tipo di scelta: già da qualche anno molte catene di supermercati hanno individuato una tipologia di clienti consapevoli, attenti alla salute ma anche alla sostenibilità dei prodotti acquistati, ai quali propongono linee specifiche di prodotti biologici, di commercio equo e solidale, di eccellenze del territorio.
Questo ci sembra un aspetto importante, anche in un momento di condizione economica difficile: non ricercare semplicemente un prezzo ‘basso’, ma un prezzo ‘equo’ e ‘conveniente’ per tutti.