"Raga, che storia raccontiamo per la prima uscita del campionato di giornalismo?". La domanda dei tutor ci ha messo a dura prova ma la musica, da sempre il biglietto da visita della Masaccio, ci ha dato ancora una volta una mano. Dalla riunione di redazione spunta così l’idea di chiedere un’intervista a Walter Sterbini, il famoso cantante di San Giovanni arrivato terzo nella trasmissione Rai "The Voice Senior". Accetta volentieri di incontrarci e ci viene a trovare insieme al suo coach Matteo:
"Non è facile parlare brevemente di come ho cominciato a cantare. Bisogna partire da lontano, ma ci proverò. Da giovanissimo iniziai con i concorsi canori fino ad arrivare a 16 anni alla professione vera con un gruppo, i Rogers, che nella zona era abbastanza importante. Parto poi militare e dopo qualche anno mi sposo e mi metto a fare un po’ di pianobar, una passione che porto avanti anche successivamente alla nascita di Matteo. Canto nei locali, nelle discoteche fino al sogno della vita, inaspettato, la partecipazione a “The Voice Senior”.
Vi garantisco che quando un’occasione del genere capita oltre i 60 anni, tutto può diventare più bello e piacevole e questa esperienza lo è stata. Adesso, infatti, sto lavorando tanto, ho conosciuto il teatro e ci sono tanti progetti in ponte, con la supervisione del mio impresario Matteo che si prende il 10 per cento dei diritti".
Partecipare al programma è stata un’idea del suo manager?
"Naturalmente, perché io non volevo andare. A 67 anni, dopo la perdita del mio babbo, avevo quasi smesso di cantare e il momento era particolare. Matteo e mia moglie alla fine mi hanno convinto a presentare la domanda. Si erano iscritti in 55 mila e non pensavo che avrebbero chiamato proprio me. Invece è andata bene, anche se il percorso è stato molto lungo con tanti viaggi a Roma per le audizioni nel periodo più complicato del Covid".
Che sensazione ha provato quando i giudici si sono girati mentre cantava il brano di Alex Baroni?
"Sulle prime non me ne sono neanche accorto per colpa delle luci e delle telecamere. Poi ho visto davanti a me il viale illuminato con i nomi dei coach e quando a metà esibizione, alzando gli occhi, ho percepito che si erano voltati tutti, è stata un’emozione indescrivibile".
Perché ha fatto scegliere il suo tutor a Matteo?
"Detto fra noi...con la Berti mi ci vedevate? Non potevo nemmeno cantare in dialetto napoletano con Gigi D’Alessio e il rap non lo so fare. Nel mio destino non poteva che esserci Loredana Berté".