SONIA FARDELLI
Cronaca

Scuola pastori calano le iscrizioni. Tra loro ci sono più over 40 e 50

Sono 75 le domande arrivate per la scuola pastori 2025. con un calo di circa il 55% rispetto allo scorso...

Aspirante della scuola pastori

Aspirante della scuola pastori

Sono 75 le domande arrivate per la scuola pastori 2025. con un calo di circa il 55% rispetto allo scorso anno quando arrivarono 167 domande. E comunque sempre tante richieste a paragone dei soli 8 posti disponibili. Quest’anno è un po’ cambiato il trend dei candidati. Ben 7 persone hanno più di 50 anni e 18 sono tra i 40 e 49 anni anni. Persone che hanno deciso di dare una sterzata alla propria vita, rimettendosi in gioco con un mestiere come quello del pastore e lasciando zone o posizioni "confortevoli" per vivere in mezzo alla natura. Altri 24 candidati hanno tra i 30 e 39 anni e altri 25 tra i 20 e 29 anni. "Quest’anno abbiamo notato - dice la presidente del Parco Claudia Mazzoli - che l’età prevalente dei candidati è superiore a 30 anni in controtendenza rispetto all’anno scorso". 39 sono le domande inviate da maschi e 36 da femmine con uno scarto davvero lieve che ci dice che ad essere affascinate dal mestiere di pastore sono anche tante donne. Dati che invitano la presidente del Parco Claudia Mazzoli ad una riflessione, soprattutto riguardo al calo di domande. "Le domande nel 2024 per la scuola pastori sono state 167 - dice - quest’anno ne abbiamo ricevute 75. Un dimezzamento che a mio avviso può essere dovuto anche al fatto che i posti a disposizione, 8 ogni anno, sono davvero pochi e scoraggiano molte persone". E comunque la richiesta per imparare questo mestiere c’è. "Anche i dati di quest’anno indicano un forte interesse - sottolinea Mazzoli - ad intraprendere un percorso formativo legato alla zootecnia estensiva nelle aree montane. Il Parco sperimenta ormai da tre anni insieme alle aziende agricole e all’Università questo percorso formativo professionale rendendo attuale la professione del pastore in un contesto di cambiamento climatico e con l’adozione di ausili di supporto come i cani da guardiania per la coesistenza dell’attività con la fauna selvatica predatoria. L’augurio è che l’attività di pastore possa essere ben svolta anche al di fuori dei confini del parco nelle numerose aziende agricole così da garantire il ricambio generazionale, il ripopolamento delle aree montane e la valorizzazione di prodotti sani". E per non disperdere tutte queste persone interessate al mestiere di pastore la presidente del Parco propone corsi istituzionali, gestiti magari dalla Regione Toscana insieme alle Università, riuscendo a garantire un numero maggiore di posti.

So.fa.