SANSEPOLCRO
Cronaca

Scuole, il Giovagnoli non molla. Ricorso al Tar contro l’accorpamento

Evidenziate le criticità nell’applicazione delle delibere della Regione. Tra i nodi c’è quello occupazionale. Il provvedimento è stato notificato anche all’Ufficio Scolastico e alla Provincia. I nuovi scenari.

Scuole, il Giovagnoli non molla. Ricorso al Tar contro l’accorpamento

Scuole, il Giovagnoli non molla. Ricorso al Tar contro l’accorpamento

di Claudio Roselli

Ricorso al Tar notificato giovedì scorso a Regione Toscana, Ufficio Scolastico Regionale e Provincia di Arezzo, relativamente all’istituto medio superiore "Giuseppe Giovagnoli" per la decisione dell’accorpamento con il liceo "Città di Piero". Ben inteso che tutte e le quattro le realtà della Toscana raggiunte dal provvedimento hanno fatto la stessa cosa. Le procedure per il "Giovagnoli" sono state predisposte dagli avvocati Domenico Naso del Foro di Roma e Claudia Papini del Foro di Arezzo, con l’attiva collaborazione degli altri legali delle sedi di Uil scuola Toscana. Primi firmatari Giuseppe D’Aprile, segretario generale federazione Uil scuola Rua e Carlo Romanelli, che ricopre lo stesso incarico per la Toscana, seguiti da numerosissimi docenti, Ata, genitori e componenti dei consigli di istituto delle scuole interessate. Nei ricorsi sono state evidenziate le criticità nell’applicazione delle delibere della Regione, con particolare riferimento al risvolto occupazionale: un dimensionamento comporta la stesura di nuove graduatorie unificate, con il risultato di arrivare a un taglio di personale Ata, docenti e servizi.

"Il Ministero ha chiesto alla Regione Toscana la soppressione di almeno quattro istituzioni scolastiche (prima erano 15) e su questo siamo intervenuti perché, a conti fatti, in Toscana non doveva essere tagliata nessuna scuola – ha dichiarato Romanelli – la delibera dalla Regione sulla scelta delle 4+4 scuole da dimensionare non risulta condivisibile, poiché si arriva all’accorpamento di istituzioni scolastiche con meno alunni, dimenticando che la normativa imponeva tutta una serie di criteri, tra i quali la salvaguardia delle scuole nei Comuni montani, come indicato persino negli indirizzi per le strategie territoriali nelle aree interne della Toscana approvati dalla Regione. Con sole quattro scuole questi criteri – come sostenuto da noi di Uil Scuola nel tavolo tecnico – avrebbero potuto essere rispettati. Negli accorpamenti, cosa incomprensibile e più volte sottolineata, vengono inoltre richiamati gli ambiti territoriali della legge 107, non previsti dal decreto interministeriale e che si inquadrano in una scelta anacronistica della Regione. Richiamandoli, il risultato è quello di avere scuole con plessi lontanissimi, a oltre 50 minuti di auto e irraggiungibili da mezzi pubblici".