GLORIA PERUZZI
Cronaca

"Sei stato violenza nel tempo con te". Maria, la forza della resilienza. Reagisce alle botte e apre una pizzeria

La sofferenza di una donna che per 25 anni subisce gli abusi del marito ma si ribella e cerca il riscatto. Da Rassina ad Arezzo: avvia l’attività che grazie al suo impegno decolla. Scrive la sua storia per le donne.

"Sei stato violenza nel tempo con te". Maria, la forza della resilienza. Reagisce alle botte e apre una pizzeria

Maria Rossi scrive la sua storia: per 25 anni maltrattata dal marito, poi il riscatto

La resilienza, dicono gli psicologi, è la capacità di riprendersi dopo un danno e di riorganizzare positivamente la propria vita nonostante le difficoltà. E "resilienza" è senz’altro la parola chiave della vita di Maria Rossi. Lo si capisce subito leggendo "Terra bruciata", la Memoria che riguarda gli anni vissuti tra il 1965 al 1990. Nata a Poppi nel 1946, Maria ha saputo resistere e reagire agli urti della vita con una determinazione straordinaria. Piena di gioia e speranza, a soli 19 anni, si sposa desiderosa di costruire una famiglia serena. Sogni infranti: il marito comincia a maltrattarla fisicamente e psicologicamente, trasformando la violenza in una costante. "Ti ho dato me stessa ancora in boccio/ per fare semplicemente e con umiltà/ le cose di cui tutta l’umanità fa/ cose di tutti i giorni - cose semplici e serene (...) ti ho dato/ 25/ anni della mia vita e, non l’hai capita (...) Violenza questo sei stato tu in quel tempo della mia esistenza con te". La violenza non si placa nemmeno durante la gravidanza e continua dopo la nascita del loro figlio: "Ho sempre vissuto nel silenzio finché il figlio avesse i suoi 14 anni che, lui potesse decidere per se, ma che non ha ancora, mentre prima avrebbe per lui deciso il giudice di turno… è no. Un figlio non è un fiasco d’acqua e guai a chi lo tocca…". La situazione peggiora con il passare degli anni; il marito, sempre più violento non si trattiene neppure in pubblico: "Pure dentro il Bar ne buscai/Questo era lui...".

Maria cerca disperatamente aiuto, ma le sue denunce si scontrano con l’indifferenza delle autorità e della società. Intorno a lei si crea una sorta di "terra bruciata", un isolamento soffocante che non imprigiona Maria che, anzi, decide di riprendere gli studi: "Mentre faccio le medie serali e il lavoro in fabbrica la Senatrice Giglia Tedesco viene spesso a Rassina che stanno cercando donne disponibili da portare in Parlamento, intanto mi invita ad andare a Roma per un corso". Studiare a Roma è il suo sogno, un’occasione che non può perdere: "Riparlo con il marito, se vuoi andare, ma io non ti do una lira mi dice forse pensa ’quindi non andrà’. Io lo informo che i soldi non mi servono tutto è pagato dal partito. E così andai. In tasca avevo solo il resto della spesa per comprare una cartolina (...) Esperienza molto bella! dal Lato umano ma no dal partito, i modi che loro ci insegnavano Erano solo per obbedire non dissimili da qui a Rassina sia in sezione e pure in casa io avevo già uno bravissimo, al quale, secondo lui dovevo obbedire e basta". Delusa dalla politica, Maria non rinuncia ai suoi sogni di indipendenza: acquista una pizzeria ad Arezzo e, grazie al suo impegno, riesce a renderla un’attività di successo. Tuttavia, i maltrattamenti non cessano.

"La mia è stata una dura prova di voler resistere a tenere in piedi tutta la famiglia… il contrario anche per me era molto doloroso solo il pensiero ‘tutti i sogni infranti’". Il sostegno del figlio, la terapia con un analista e la volontà indomita di vivere, le permettono di raccontare, finalmente, la sua storia. La testimonianza di Maria diventa un potente grido contro la violenza di genere, un messaggio di speranza che dimostra come, anche nelle situazioni più oscure, ci sia sempre una possibilità di cambiamento e rinascita.