
Gli archeologi al lavoro
Arezzo, 12 luglio 2024 – Una scoperta sensazionale, frutto di approfondite indagini archeologiche che hanno visto, tra i protagonisti, un professionista valdarnese, Stefano Valentini . In Azerbaijan è stato infatti rinvenuto un insediamento di 3500 anni fa: una grande mensa a pianta circolare con la presenza, addirittura, di stoviglie di ceramica, postazioni per cucinare e bracieri. Siamo a Tava Tepe, nel distretto di Aghstafa e il ritrovamento è avvenuto grazie al progetto GaRKAP (Ganja, Region Kurgan Archaeological Project), nato da un accordo tra il Camnes di Firenze, del quale l'archeologo Valentini, è co-direttore l' Accademia delle Scienze dell'Azerbaijan, con la collaborazione dell'Università di Catania. Il Camnes, Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies, è un progetto internazionale di eccellenza scientifica e ha come obiettivo principale quello di contribuire allo studio delle culture antiche del Mediterraneo e del Vicino Oriente. Il gruppo di lavoro presente in Azerbaijan è sul campo dal 2017 e studia le tradizioni funerarie delle civiltà del Caucaso meridionale tra il IV e il I millennio aC
È proprio nell'ambito degli scavi effettuati per queste ricerche che è stata rinvenuta questa straordinaria “mensa cerimoniale”. Stefano Valentini, abitante a Montegonzi, splendido borgo del comune di Cavriglia, è laureato e ha conseguito un dottorato di ricerca presso l'Università di Firenze in “Archeologia del Vicino Oriente Antico”. Ha insegnato all'Ateneo fiorentino e di Brno. Oggi, oltre ad essere co-direttore del Camnes, è supervisore del Dipartimento di “Studi Religiosi” dell'Istituto Internazionale Lorenzo de' Medici. “Lavoro in Medio Oriente dal 1993 – ha detto – e ho partecipato a scavi in Siria, Iraq e Turchia, ma devo riconoscere che la scoperta di questa “mensa cerimoniale” è stata davvero sorprendente. Nonostante la mia esperienza trentennale, è stata la prima volta che ho avuto la possibilità di scavare un contesto praticamente intatto, che per un archeologo è una cosa rarissima. Lo straordinario stato di conservazione delle strutture e dei materiali (luoghi di cottura, “fornelli”, ceramiche di diversa forma e fattura, statuette antropomorfe e altro) si è manifestato giorno dopo giorno, in maniera inaspettata e quanto emozionante – ha aggiunto - Tutti noi , durante lo scavo, siamo rimasti sospesi in una dimensione atemporale. Non volevamo più lasciare il sito, consapevoli che ci sarebbe stato ancora qualcosa di eccezionale da scoprire. L'unicità della scoperta della struttura adibita a mensa – ha concluso l'archeologia valdarnese - è determinata dal contesto culturale e geografico in cui è inserita. Intorno al 1500 a.C. la regione del Caucaso vede l'avvento, accanto alle tradizionali comunità nomadi, di gruppi di agricoltori semi-nomadi/sedentari. In questo processo di interscambio culturale è possibile che la consumazione cerimoniale di pasti collettivi possa aver avuto un ruolo importante che potrebbe far emergere nuove ipotesi sulla storia e sulle relazioni di queste popolazioni”.