
Mauro Seppia e la sua inseparabile pipa: è stato protagonista della politica nazionale
Repek
Esordio classico: nella scuola. Epilogo originale tra istituti previdenziali nazionali e immobiliari internazionali. Mauro Seppia è uno degli uomini che hanno segnato, più di altri, la storia del secondo Novecento. E non solo quella aretina. L’inizio è sui banchi di Ragioneria ad Arezzo. "Avevamo assistito alla discussione per l’adozione di un libro di testo tra due professori: Roberto Cantagalli e Ameglio Fanfani. Il primo ebbe la meglio ma rimase la curiosità del motivo di quel confronto. Cantagalli ci spiegò che lo scontro era stato sull’autore del libro e quindi sulla visione della storia".
Dalla scuola alla fondazione del circolo culturale Salvemini e, dopo un incontro con Carlo Cassola, l’ingresso nel circolo Labriola. Per Seppia e altri giovani, fu questo il percorso per arrivare alla Fgsi prima e al Psi dopo. Un viaggio lungo decenni. Esordio nella cooperazione e nella Cgil, fino ad un passo dai vertici nazionali. Poi il Psi tra la Toscana meridionale e Roma.
Quattro legislature, presidente Inadel e quindi commissario e presidente Inpdap al momento della fusione di 10 istituti previdenziali. Dal 1999 al 2009 amministratore delegato di Immo Consulting, società di Aareal Bank AG. "Agli inizi degli anni Novanta iniziai a sentire il peso della vita da parlamentare e da dirigente nazionale del Psi. Non avevo tempo per i miei figli e la responsabilità di organizzare la famiglia era di mia moglie. Iniziavo anche ad essere stanco di come era diventata la politica e anche il Psi. Le battaglie interne, la caccia alle preferenze, il progressivo allontanarsi dagli ideali per avvicinarsi alla gestione del potere era un’attività sfibrante che non faceva più per me. Ne parlai con Giuliano Amato che avrebbe preso il mio posto nel collegio della Toscana meridionale. Quindi con Craxi. Emerse la possibilità dell’Inadel e salutai la politica attiva. Senza il minimo rimpianto. Una stagione era finita e l’avevo deciso io". Dagli istituti previdenziali ad una società tedesca che si occupava di immobili: "nei miei anni di presidenza Inpdap avevo gestito 31.000 unità immobiliari in tutta Italia. Misi questa mia esperienza al servizio di un nuovo progetto che mi interessava". Mauro Seppia toglie il piede dall’acceleratore e torna stabilmente ad Arezzo solo nel 2019. "L’età non mi consentiva più di avere ruoli gestionali ma non certo di occuparmi di politica. Così ho fondato La fabbrica delle idee, associazione che si occupa dei problemi di Arezzo e, in modo particolare, di quelli legati alla sanità. Da qui facciamo proposte e osserviamo come sta cambiando la politica, non solo ad Arezzo ma nel mondo".
Mauro Seppia non ha rimpianti: "ricevevo almeno 100 telefonate al giorno. Dopo, molte ma molte meno. Però lo sapevo e l’avevo messo in conto". Definisce "modesta" l’attuale classe politica. Capace di dividersi, perfino, sulla pace: "in questo nuovo contesto internazionale, non la si difende con i buoni propositi ma cercando di essere forti. Non per lavorare in favore della guerra ma perché gli altri non utilizzino la forza contro di noi e tenendo sempre aperta la strada del dialogo".
Indica cosa è necessario nella carta d’identità della politica contemporanea. "In primo luogo i valori. Oggi eguaglianza, diritti, lotta alle povertà, pari opportunità sono concetti marginali. Non ci sono più soggetti intermedi forti: partiti, associazioni, perfino oratori. Dove si discute oggi? Quasi da nessuna parte e questo fa mancare studio e formazione. Alla fine rimane soprattutto la gestione del potere".