
Protesta Etruria
Arezzo, 13 gennaio 2020 - Sequestri Etruria atto secondo, come al cinema. Già, il 22 ottobre si torna in aula, davanti al tribunale del Riesame presieduto da Angela Avila, dopo che la Cassazione ha dichiarato nullo il primo verdetto del Riesame, quello che confermava i sigili ai beni dei vip della Bpel che fu, a garanzia dei danni che potrebbero essere decisi al termine del maxi-processo per bancarotta in pieno svolgimento.
La questione è arida, di puro diritto, ma al tempo stesso terribilmente concreta, perchè riguarda i beni di un plotoncino di ex amministratori della banca aretina: possono i big di un tempo tornare nella disponibilità del loro patrimonio di case, ville, seconde abitazioni al mare e in montagna, terreni che erano stati bloccati la scorsa primavera dl tribunale di Arezzo, su istanza del liquidatore della vecchia Bpel Giuseppe Santoni, principale parte civile del procedimento? Il verdetto, nonostante il principio di diritto dettato dalla suprema corte, è aperto, come si dice in gergo.
Nel senso che può succedere di tutto. Proviamo a capire perchè. Il pronunciamento del primo Riesame, presieduto dal giudice Marco Cecchi, era stato dichiarato nullo a ottobre perchè considerato carente di motivazioni per quanto riguarda il periculum in mora, ossia il rischio che gli imputati dissipassero o disperdessero il loro patrimonio prima che potessse essere aggredito dalle parti civili in caso di condanna nel maxi-processo.
In particolare Santoni aveva calcolato i danni potenziali in ben 116 milioni di euro, 21 dei quali a carico di Alberto Rigotti, spregiudicato finanziere trentino, 14 per Piero Burzi, dirigente dell’area credito, 14 a spese di Federico Baiocchi Di Silvestri, altro direttore dell’area crediti e via scendendo, fino a Lorenzo Rosi, ultimo presidente, e Giovanni Inghirami, principale destinatario del provvedimento di sequestro perchè fra tutti gli accusati è il più facoltoso.
Bene, dice la Cassazione su istanza delle difese, questo sistema di calcolo dei danni non può essere accolto e va anzi meglio specificato perchè non è detto che la perdita della banca coincida esattamente con la sofferenza e perchè il rosso va visto caso per caso. Ora dipende dal nuovo tribunale del Riesame. Se darà al liquidatore la possibilità di integrare le carte a sostegno della richiesta di sequestro, ci sta anche la conferma dei sigilli, sia pure in misura diversa.
Se invece il materiale probatorio resta quello di allora, è probabile, che i sequestri cadano per mancanza di motivazione. Un baillamme nel quale si muovono a loro agio solo gli avvocati. Il giallo del blocco dei beni continua.