"Mi sento addosso tutta l’energia di questo nuovo anno". Beppe Angiolini si sfila il nero d’ordinanza, uno dei colori che predilige, e galleggia tra due mondi. Uno è il palcoscenico dell’Ariston, dove domenica lo vedremo di nuovo, tra i vip della moda e dello spettacolo. L’altro sono i Silos di Pescaiola, tutti cemento e fantasia, culla di un nuovo luogo della cultura e della moda. L’eroe dei due mondi? "No, mi chiedo solo cosa posso fare io per il mio paese, per la mia comunità". Due Silos pieni di cultura: "Un progetto al quale credo tanto".
Angiolini, ce lo presenta? "Vedo una Fondazione Sugar lì dove ora sorgono gli antichi granai: scopo principale la diffusione e la promozione dell’arte contemporanea, un vero e proprio club delle culture. Arte, moda, musica, libri, in cui far emergere e promuovere tutte le eccellenze della città e del mondo ospite di Arezzo".
C’è aria di ritorno di Icastica? "Certamente, rilanciarla è stato sempre nella mia mente. Ne parlerò insieme al suo ideatore Pasquale Macrì e al sindaco Ghinelli e ovviamente dovremo cercare qualche importante sponsor. L’arte contemporanea è un linguaggio di vocazione internazionale. Per una città speciale come Arezzo, ancora legata al suo glorioso passato l’accostamento all’energia e all’innovazione dell’arte contemporanea darà vita a un dialogo stimolante". Energia, insomma: ma che non finisce qui? "Proprio no. La moda è il mio “vizio” per nulla nascosto. Già negli spazi di Sugar avvengono incontri e contaminazioni tra moda e cultura, musica, conferenze, premiazioni momenti conviviali, iniziative di beneficenza... tutto potrà essere continuato nei nuovi e capienti spazi dei silos".
Compresa una biblioteca? "Sarà il cuore del palazzo: niente può sostituire la lettura o il rito e il profumo di aprire un libro. Un gesto bello che ci connette profondamente al passato e al futuro. Sono d’accordo con Umberto Eco: alla fine di tutto chi avrà letto avrà vissuto mille vite, non solo la sua... ".
Moda e oro, perchè? "La sinergia con l’industria orafa potrebbe dare un valore aggiunto a tante iniziative. Sono stati gli stessi artigiani e industriali aretini a sollecitare un rapporto con la moda: del resto la mia azione come direttore artistico di Oroarezzo ha esattamente questo significato".
Ora tutto questo trova uno spazio. "Arte, cultura, magari con il tempo un premio letterario legato alla città" Sull’esempio delle grandi città, a cominciare da Milano, la capitale della moda. "Sì, in questo il mondo della moda ha già dato prove esemplari a Milano, dalla Fondazione Prada al Silos di Armani"". Il suo mondo, quello che da anni frequenta a livello internazionale... "E che ho sempre sognato di convogliare verso Arezzo, riuscendoci in tante occasioni. Ora tutto questo troverebbe uno spazio ideale e straordinario".
Magari con una finestra pure sul cinema? "Lo trovo irrinunciabile nella comunicazione culturale contemporanea, ma bisogna valutare bene tutto, il progetto, gli spazi, il restauro. Al di là dell’uso dei devices elettronici individuali, il cinema sarebbe una insostituibile relazione tra persone, oltre alla bellezza del grande schermo".
La sintesi di tutto? "Una valorizzazione complessiva di questa terra, una realtà straordinaria. E che ha un doppio volto: i valori e i ritmi di una piccola città e una grande storia di grande centro. Sogno un salotto aperto a tutti e a tutte le forme di creatività, dove saranno benvenuti i singoli e le istituzioni. Tutti quelli che vorranno parlare e ascoltare per collaborare alla crescita della nostra comunità e aprirsi al mondo. Uno spazio dinamico e innovativo senza preclusioni a progetti e pensieri, un modo di porre ed agire un tempo e uno spazio di qualità".
Retrospettive, mostre fotografiche, arte contemporanea: ma stiamo parlando proprio di Arezzo? "Sì, quella del passato e quella del futuro: una cornice perfetta per la meraviglia".