Un folto gruppo di cittadini sloveni ha fatto tappa nello scorso fine settimana in Valtiberina. L’obiettivo era quello di visitare il Sacrario che sorge nel cimitero urbano a Sansepolcro e visitare il luogo dove sorge il campo di concentramento di Renicci, in territorio anghiarese. Il Sacrario degli Slavi, inaugurato il 15 dicembre 1973, venne realizzato dall’allora governo jugoslavo su progetto dello scultore Jovan Kratohvil e in esso sono contenute 446 urne zincate con i resti di altrettanti cittadini provenienti in modo particolare da Slovenia e Croazia, morti in Italia durante la detenzione nei campi di concentramento (160 dei quali a Renicci, alla Motina di Anghiari) o nella lotta di liberazione. Peraltro, questa area è oggetto di un particolare contenzioso fra alcune delle repubbliche della ex Jugoslavia dopo il conflitto balcanico, anche se è ritenuta appartenente alla Slovenia. La delegazione slovena, guidata da Lojze Peterle, presidente del primo governo democratico del Paese balcanico il cui padre fu internato a Renicci, è stata accolta da Antonello Antonelli, presidente del consiglio comunale di Palazzo delle Laudi e si è a lungo intrattenuta, intonando anche canti e preghiere, nei pressi del Sacrario per ricordare e omaggiare i loro caduti nella seconda guerra mondiale. "Accogliamo come sempre con grande piacere gli amici sloveni - ha detto il presidente Antonelli - un popolo cui ci sentiamo vicini e che ha spiccata memoria storica. Nostro compito e anche nostra volontà sono quelli di perpetuare il ricordo di quei tristi anni, di cementare la fratellanza con la Slovenia in modo da lanciare forte e chiaro un messaggio di pace anche nei confronti delle giovani generazioni".
CronacaSloveni in visita al Sacrario