"In trent’anni di lavoro sulle ambulanze, non mi era mai capitato un fatto così incredibile". Paolo Laurita, è amareggiato e quasi stenta a credere che sia tutto vero. Racconta la disavventura condivisa con due colleghi Giuseppe Garufi e Michael Barbagli. Sabato sera, i tre volontari della Croce Bianca sono impegnati nel turno di notte: 19-7. Dodici ore al servizio degli aretini in difficoltà. "Intorno alle 20 avevamo preso panini e bibite in un locale del centro, era la nostra cena. All’improvviso arriva la chiamata dal 118: c’è un’emergenza, una persona sta male nella propria abitazione, c’è da correre. Arriviamo in via Erbosa e pochi istanti dopo ci raggiunge l’automedica: era segnalato un codice rosso, cioè un caso grave da stabilizzare sul posto e poi trasferire in ospedale".
I tre volontari scendono dall’ambulanza lasciandola con il motore acceso, come da protocollo. Il mezzo di soccorso, infatti, deve essere pronto a ripartire immediatamente e, sopratutto nei casi più gravi, anche un minuto diventa prezioso. Come in questo caso, una corsa contro il tempo: "Era una persona che aveva perso conoscenza, il medico è intervenuto e noi abbiamo assicurato il supporto secondo i protocolli del 118. Il paziente è stato stabilizzato dai sanitari, quindi lo abbiamo portato in ambulanza per poi partire subito alla volta del San Donato". L’ambulanza parte a sirene spiegate ma è a questo punto che Laurita si accorge che i sacchetti con la cena lasciati in un vano del cruscotto sono spariti. "In quel momento, c’era una vita da salvare e ci siamo concentrati sul nostro compito. Dopo aver completato l’intervento, il paziente che è stato ricoverato in ospedale, ci siamo chiesti il motivo per il quale si possa arrivare a tanto. Perchè rubare la cena a volontari che prestano la loro opera per salvare vite?", si domanda Laurita, ancora con l’amaro in bocca. "Un fatto esecrabile". Immediata la solidarietà dai cugini della Misericordia. Nel profilo Facebook della Confraternita aggiungono: "Ci uniamo alla denuncia, nella solidarietà con i colleghi e volontari soccorritori dell’associazione".
Di "atto grave e purtroppo non isolato" parla il vicesindaco Lucia Tanti che sollecita la Regione a "seguire l’esempio della Lombardia dotando i mezzi dell’emergenza e i volontari, di strumenti di sicurezza personale".