L’unico selfie che nessuno si fa è davanti alla transenna che chiude l’accesso alla Cadorna. Sono le 10 e qualche minuto quando i dipendenti Atam cominciano a sbarrare la via per evitare ingorghi in Porta Buia. Hanno il metodo giusto di chiudere solo quando manca lo spazio interno per mettersi in coda: resta il diritto di aspettare, una diga per i giorni che ci aspettano. Intorno parcheggi allo stremo: dieci macchine fisse in attesa davanti all’Eden, rotatorie e marciapiedi esauriti in via Pietri, pieno anche Arezzo Fiere, appeso al centro dalle navette. Ma è solo l’inizio della Città del Natale che parte in contemporanea con Montepulciano, lì dove Babbo Natale si è scelto addirittura un castello nella fortezza medievale. Così dal 2014 nel villaggio del nord con oltre settanta casette. Un ponte ideale e non solo tra le due città
DRAMMA SFIORATO
In Guido Monaco, ad un metro dai banchini degli artigiani, un senza tetto crolla dalla panchina e resta immobile. Alcol, altre sostanze? Parte l’allarme, le ambulanze lo raggiungono, lo rimettono in sesto a bordo: rifiuta l’ospedale, se ne va ciondolando sulle sue gambe.
ANGOLI DA SELFIE
Gli angoli più gettonati sono il grande quadro luminoso al Prato, l’orso gigante della Thun in piazza Grande ma anche il quadro sulla terrazza di Fraternita e la cometa sulla cattedrale.
LA LUNA PIENA
Una delle new entry che si è fatta subito notare: nel giardino pensile della Provincia, enorme si accende al tramonto, monopolizza le foto e si candida a clic del nuovo anno.
CACCIA AL POSTO
Una volta esauriti i multipiano, ogni angolo diventa buono. Non si riempie il Baldaccio, ma arriverà anche il suo momento, diventano gettonate le piazzole a ridosso del Parco Giotto, meta degli aretini che conoscono la città.
I GUSTI REGIONALI
Il mercatino tradizionale di San Jacopo e Risorgimento sale con un balzo sul circo della gastronomia: le merci tradizionali ci sono ma crescono le quotazioni della tavola. Sicilia e Puglia in testa.
LE BAITE
In piazza Grande le quattro baite fanno cappotto, con i piatti più lontani dal "profondo sud" di San Jacopo. E sfruttano un’idea vincente: le ringhiere sono larghe, abbastanza per appoggiare un bicchiere o un piatto. Insieme alle botti-tavolino ridisegnano una piazza simile a quella della grande baita, ormai emigrata a Merano.
I GIOVANI
Tanti posti di lavoro. Dai tirolesi agli aretini del Prato ai negozi: li riconosci dallo sguardo e dall’emozione, chiedi il pane tirolese o un peluche e ti servono ventenni, timidi ma sorridenti. Una porticina nel mondo del lavoro.
I NEGOZI
La loro festa non è ancora iniziata: è novembre e il Natale senza dicembre non agevola la corsa ai regali. Ma nel più ci sta il meno e le buste colorate cominciano a campeggiare sul Corso.
I DOPPI FRONTI
Ci sono negozi che hanno anche un banco sul percorso. E ci sono ristoranti che aprono di fianco botteghe alle quali servire panini o cibi di strada: la città annusa l’affare e lo asseconda. AL PRATICINO
Altri panini, altre magliette: tutto griffato Arezzo, il mondo della Giostra e un modo per autofinanziarsi lontano dalle carriere. FAMIGLIE NELLA PALLA
Una nuova Giostra, si sale a bordo di una gigantesca palla stile albero di Natale.
ALBERO TORTO
C’è ribalta purer per lui, davanti alla Fortezza: le luci lo fasciano, una panchina di ferro e uno spicchio di luna che fa capolino. Davanti alla piazzetta del vischio, per baci o per i messaggi di pace.
SCALE MOBILI
Su dodici rampe una sola quella bloccata per lavori: un record, mai la città di Natale era partita a questi ritmi.
RESIDENTI
La morsa della festa si avverte: la sosta più complicata, chiedono almeno clemenza ai vigili di non essere bersagliati dalle multe. È Natale anche per loro.
Lucia Bigozzi