FOIANO DELLA CHIANA
Propaganda, tecnologia e dominio. Il carro di apertura dei Nottambuli è un tripudio di allusioni a un attualità distorta, che guarda a scenari orwelliani con allusioni chiarissime al presente. Altro che 1984. Liberi dal dominio, sarà un carro che parla di sottimissione e di sfida al potere, con generali e pedine sul campo. Soldati che alzano lo sguardo e lo liberano dalla prigionia delle menzogne e dell’inganno. Il carro di Bombolo seguirà questo scenario trasportando gli spettatori su un altro tema, danzando "Sul filo del rasoio" di scenari distopici. Libero arbitrio, destino e controllo cibernetico. Fuga da un futuro alienante e perdita di una vita più semplice e frugale a contatto con la natura. Il carro di Bombolo oscilla sul precipizio di un inferno distopico. Angeli in caduta e un Lucifero fantascientifico in una messa in scena che promette scintille.
I Rustici tornano in scena con il mondo della tragedia greca, ripensando Le Rane di Aristofane in ottica contemporanea. Che la salvezza dai tempi più bui sia l’arte? La cultura? “Alla ricerca del canto perduto“ è un viaggio alla riscoperta dei cantori del bello e del bene, di tutte quelle "rane" dimenticate che cantano e danzano anche nel buio degli inferi. Chiude con una nota di speranza il "Canto d’amore" degli Azzurri. Al centro del carro, l’imperatore Kublai Khan, custode dei beni culturali dal volto doppio. Assieme a lui, l’esploratore Marco Polo, pronto a nuove rotte per il futuro.
S.C.