LUCA AMODIO
Cronaca

"Sono ancora 30 gradi". Aria condizionata ko. Disagi all’ospedale : "È tutto come prima"

Ancora problema temperature all’ospedale del Casentino di Bibbbiena. L’Asl: "Abbiamo preso in carico il problema, ci sono miglioramenti". Gli infermieri: "Situazione insostenibile, l’azienda non ha fatto nulla". .

"Sono ancora 30 gradi". Aria condizionata ko. Disagi all’ospedale : "È tutto come prima"

"Sono ancora 30 gradi". Aria condizionata ko. Disagi all’ospedale : "È tutto come prima"

Una giornata da bollino rosso: anche all’ospedale di Bibbiena. "Problema risolto? Macchè, erano 28 gradi anche ieri". Ce lo confermano fonti interne del reparto di medicina e chirurgia dell’ospedale del Casentino che, ormai da anni, deve far fronte al caldo infernale nei mesi estivi. Il problema era venuto a galla giovedì dopo l’intervento di NurSind, il sindacato degli infermieri aretini, che aveva denunciato la situazione degli ultimi giorni in cui si era registrato il picco di 30 gradi dentro l’ambulatorio. Insomma, non il massimo per lavorare. Specie a contatto con i più fragili.

L’Asl era corsa ai ripari dopo il J’accuse del personale rassicurando che "i tecnici della manutenzione erano prontamente intervenuti e che erano sortiti effetti positivi già dalla mattinata di giovedì". "Niente di più falso - ci dicono dall’ospedale di Bibbiena - anche ieri erano erano 28 gradi".. Quel che ci confermano è che però il problema è stato effettivamente preso in carico dall’azienda ospedaliera: "Finalmente dopo 5 o 6 anni che denunciamo la situazione adesso l’Asl sembra che si sia interessata alla questione - proseguono - alcuni operatori sono arrivati con dei termometri e ci sono stati anche delle riunioni". Peccato che il problema rimanga.

L’impianto è obsoleto: forse andrebbe sostituito? Lo stabiliranno gli addetti ai lavori, intanto la "situazione è insostenibile". Come spiega il segretario territoriale di NurSind Arezzo, Claudio Cullurà: "I colleghi ci raccontano di essere costretti a lavorare con le divise attaccate alla pelle e la biancheria intima inzuppata di sudore. Dal momento che l’impianto di riscaldamento e raffreddamento è vecchio e non funziona a dovere, dobbiamo sopportare queste condizioni disumane, che mettono a rischio la salute nostra e dei pazienti". Per fortuna il problema è isolato a solo una’ala della struttura. Il pronto soccorso, le sale operatorie e gli altri reparti non hanno questo problema. "Quelli sfortunati siamo noi - ci spiegano - abbiamo dovuto anche comprare con i nostri soldi un ventilatore ma spesso siamo costretti a cambiare aria, tra sudore e odoracci, altrimenti diventa asfissiante".

Oltre al danno anche la beffa. Perché - racconta NurSind - che quando l’azienda negli anni passati aveva fatto i suoi controlli aveva risposto che il caldo derivava dal fatto che gli operatori lasciassero le finestre aperte. "Ma è tanto difficile - conclude Cullurà - capire che gli operatori sono costretti a spalancare le finestre percè i condizionatori non sono adeguati e si rischierebbe di soffocare, tenendo conto che l’umidità sfiora l’80% e che il personale si muove continuamente da una parte all’altra?".

Nel giro di qualche ora era arrivata la risposta dell’azienda. "I tecnici sono già intervenuti, l’ospedale è al centro di una riqualificazione strutturale e impiantistica e i miglioramenti si sono verificati già dalla giornata di giovedì". Miglioramenti che però, ancora, non si sono visti.