"Non ne possiamo più". Dopo l’ennesimo furto (con danni) subito, così hanno scritto a lettere maiuscole in un post pubblicato su Facebook, per evidenziare il loro comprensibile sfogo, i cugini Alessio e Nicola Ceccagnoli, entrambi residenti a Trestina di Città di Castello e titolari di una catena di lavanderie self service - chiamata Lavalà - che ha le proprie sedi anche sul versante toscano della vallata: una ad Anghiari e due punti vendita, attaccati, nella struttura del Centro Commerciale Valtiberino di Sansepolcro, dove si è verificato l’ultimo furto della serie intorno alle 21.10-21.15 di giovedì, poco prima che sul posto transitasse il metronotte per la chiusura. La cassa è stata ovviamente anche in questo caso l’obiettivo al quale mirare: ai soldi portati via – non è stato quantificato l’importo, ma siamo nell’ordine di qualche centinaio di euro – si aggiungono le altre conseguenze, vedi l’apparecchio da ricomprare, il cartongesso da ricostruire e l’imbiancatura.
In rare circostanze i malviventi si sono orientati verso il distributore dei prodotti. Alessio Ceccagnoli è conosciuto negli ambienti sportivi di Sansepolcro: ha indossato per diverse stagioni la maglia bianconera in Serie D una ventina di anni fa e adesso, anche al Borgo, ha dislocato assieme a Nicola un’attività economica avviata 15 anni fa, che nel corso del tempo ha dovuto dividere i propri successi con una decina in totale di assalti che si sono verificati durante questo lasso di tempo, quattro dei quali sono avvenuti in terra biturgense. Un contributo importante potrebbe arrivare dalla videosorveglianza interna, le cui immagini hanno filmato una sola persona in azione.
"Siamo stufi di dover ogni volta rimboccarci le maniche e di ripartire da capo dopo tutti i sacrifici fatti – scrivono sempre i due Ceccagnoli - e la tristezza sta nel constatare che, più che un furto, questo è stato un atto di vandalismo, in quanto il gioco non vale la candela. I video sono in mano alle forze dell’ordine e confidiamo in una pena esemplare per questi "uomini" - se così li vogliamo chiamare - che con un martello distruggono giorni, mesi e anni di lavoro". Indirettamente, si tratta anche di un appello rivolto alle forze dell’ordine e a chi ha compiti di vigilanza, perché la guardia venga ulteriormente alzata anche in luoghi che all’apparenza non appaiono defilati. Comunque sia, Alessio e Nicola tengono duro: "Lavalà si rialzerà ancora, perché non ci vogliamo arrendere a questi fatti, ma è sempre più dura", hanno concluso nel post.