ANGELA BALDI
Cronaca

"Noi, esposti alla criminalità". La paura passa dalle vetrine

Corre l’allarme tra i negozianti sui possi bili rischi legati ai furti e alle rapine. I più ritengono il territorio sicuro ma il clima è cambiato. Appello sui controlli

L’indagine Confcommercio misura il polso della situazione in città e in Toscana

L’indagine Confcommercio misura il polso della situazione in città e in Toscana

Arezzo, 30 maggio 2024 – Furti, rapine e atti vandalici, Arezzo è al terzo posto nella classifica delle province toscane in cui gli imprenditori si sentono più esposti al pericolo di fenomeni criminosi. E in generale in tutta la regione è allerta alta contro la criminalità. Luci e ombre sulla sicurezza percepita dalle attività commerciali del terziario secondo l’indagine commissionata da Confcommercio Toscana a Format Research per monitorare il sentiment delle imprese sulla sicurezza.

Ad Arezzo il 76% degli intervistati dice di sentirsi molto o abbastanza esposto. Più preoccupati degli aretini per mezzo punto percentuale, livornesi e fiorentini. Va meglio nella percezione di sicurezza del territorio: in provincia di Arezzo solo il 16,3% degli operatori di commercio, turismo e servizi si sente poco o nulla sicuro, a fronte di una media regionale del 30,1%. Meglio di Arezzo solo Siena, dove l’insicurezza è percepita dal 14%. In provincia di Prato oltre il 55% degli intervistati si dichiara poco o per nulla sicuro.

Gli imprenditori aretini sono invece in linea con la media regionale percepita dai colleghi, quando si tratta di valutare la presenza delle forze dell’ordine sul territorio: per il 52,6% (la media toscana è 51,5%) è abbastanza o totalmente inadeguata. In generale gli imprenditori toscani si dicono abbastanza sicuri nelle loro attività, ma continuano a tenere alta la guardia. I dati dell’indagine di Confcommercio sono stati diffusi ieri durante la Giornata "Legalità, ci piace" ideata da Confcommercio.

Cosa emerge? Secondo l’osservatorio, oltre due terzi delle aziende del terziario toscane reputa molto o abbastanza sicuro il territorio in cui opera, il 26,1% lo valuta poco sicuro e il 5,6% per nulla. Il problema dell’esposizione delle imprese alla microcriminalità è vissuto come particolarmente grave a Livorno, Firenze e Arezzo. Su questo tema il 56,2% dei toscani si definisce "abbastanza preoccupato", il 13,9% si dice invece molto preoccupato in qualità di imprenditore. Le province dove gli imprenditori si sentono meno sicuri sono Prato (il 55,7% poco sicuro o per nulla sicuro), Pisa (40,7%) e Firenze (38,1%).

Tra le cause c’è anche il problema la mancanza di certezza della pena (59,3%), la situazione economica difficile (52,5%) e la scarsa presenza delle Forze dell’Ordine (42,5%). Più di uno su due (52,7%) si dice insoddisfatto, ritenendo insufficiente il presidio delle Forze dell’Ordine. I più scontenti sono gli imprenditori di Prato (63%), Pisa (61,9%) e Firenze (59,4%). Per oltre l’80% una maggiore presenza su strada di uomini in divisa servirebbe ad aumentare il senso di sicurezza, tra le altre azioni utili l’installazione di videocamere di sorveglianza e migliore illuminazione, o il servizio di vigilanza privata.

"I fenomeni illegali che ci rendono meno sicuri e minacciano la sussistenza delle imprese sono molti – dice il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni - si va da taccheggio, furti e rapine, che mettono a rischio la vita stessa degli imprenditori, a contraffazione, abusivismo e pirateria. Ma ci sono anche corruzione, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata".