Lo spaccio di droga in città: i numeri. Meno denunce dal 2019. Aumentano i tossicodipendenti

In cinque anni le querele sono passate dal 283 a 116: Arezzo non è più nella black list delle province. La spiegazione dei numeri e le possibili interpretazioni

I numeri sullo spaccio ad Arezzo (foto Ansa)

I numeri sullo spaccio ad Arezzo (foto Ansa)

Arezzo, 22 settembre 2024 – Cinque anni fa Arezzo era tra le prime venti città per denunce legate al mondo della droga. Produzione, traffico e spaccio. Nel 2018 le querele erano state 283. Oggi sono più che dimezzate: sono state 116 nel 2023 e la nostra provincia non è più nella black list dell’Indice di criminalità del Sole 24Ore. Ma attenzione. Non significa necessariamente che il giro dello spaccio sia diminuito in città.

Certo, i numeri sono importanti ma - diceva Nanni Moretti - anche le parole lo sono. Insomma, serve una spiegazione. Il calo delle denunce può esser letto in due modi. Da una parte può suggerire che il fenomeo è oggi rimensionato: se ci sono meno denunce è perchè c’è meno spaccio di droga. Verosimile, sì, così come lo è anche un’altra spiegazione, quasi opposta: meno denunce potrebbe signifiare che il fenomeno non è stato contrastato, scoperto.

Difficile dare una lettura esaustiva a un fenomeno così complesso. Ciò che è indubbio è che nell’ultimo periodo le inchieste e le operazioni delle forze dell’ordine hanno inflitto duri colpi allo spaccio in città. A partire da quella della pagina a fianco portata avanti dalla polizia. Questura che si è rea protagoinista anche di altri blitz insiemai carabinieri che nell’ultimo periodo hanno intensifiucato i controlli a macchia di leopardo sul territorio. Prevenzione e repressione i punti cardine. D’altra parte rimangono alcune zone calde: campo di Marte, Saione.

Però non si deve commettere l’errore di guardare solo l’albero e dimenticarsi della foresta. Dal 2019 Arezzo ha salito qualche scalino di “criminalità“, passando dall’anche 70esimo posto fino al 52esimo. Cifra che un’azione di contrato alla criminalità è stata effettivamente messa in atto. Ed ha sortito i suoi effetti anche in quell’humus di degrado su cui propsera il giro di sostanze stupefacenti. Basta citare - per fare solo qualche esempio - i controlli capillari attuati dalla polziia stradale che spesso bloccano sul nascere crocevie di sostanze; oppure i pattugliamenti dell’arma dei carabinieri in tutte le vallate e la città e, ancora, i tanti interventi della polizia. Molti che si concludono con sequestri, denunce o anche arresti.

C’è però un altro dato. Le persone in cura al SerD stanno tornando ai livelli del 2019. Da una parte diminuiscono ad Arezzo (da 933 a 905 dal 2023 al 2022), valdichiane e Valdarno; ma dall’altra aumentano in Casentino e Valtiberina.