Arezzo, 9 ottobre 2018 - Era l’ultimo dei destinatari dell’ordine di custodia cautelare in carcere dell’operazione “Nigerian connection”. Ora anche per E.F. trentenne di nazionalità nigeriana, richiedente asilo si sono aperte le porte del carcere di Arezzo. L’uomo era sfuggito al blitz degli 80 uomini dell’Arma effettuato ieri mattina all’alba. Sono quindi 9 nigeriani arrestati dai militari del Nucleo Investigativo che hanno condotto le indagini, di cui uno sorpreso ieri in flagranza di reato ed in possesso di trenta grammi tra eroina i cocaina suddivisa in dosi e pronta per essere spacciata.
L'OPERAZIONE. Si segnala ancora di più per la sua straordinarietà rispetto ai soliti arresti di singoli che avvengono nel territorio. 80 Carabinieri del Comando Provinciale di Arezzo, con l’ausilio delle unità cinofile di Firenze, hanno arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, otto cittadini extracomunitari richiedenti asilo e dimoranti nel capoluogo, di età compresa tra i 21 e i 30 anni, di nazionalità nigeriana. Gli arresti si sono concentrati tra via San Lorentino, Indicatore e Le Ville Monterchi: non in via Romana, per quanto al centro di perquisizioni e controlli molto accurati in uno dei condomini nuovi della zona.
L’indagine condotta dai militari del Nucleo Investigativo, ha avuto come punto di partenza la rissa scoppiata domenica 14 agosto 2017 intorno alle ore 20.30 a Campo di Marte che ha visto coinvolti extracomunitari di etnia nigeriana e gambiana. All’origine del violento tafferuglio un regolamento di conti relativo alla spartizione del mercato dello spaccio in Arezzo.
L’attività è stata sviluppata con le tradizionali tecniche investigative sul campo, ovvero servizi di osservazione, controllo e pedinamento dei movimenti sospetti posti in essere da individui africani, nel quadrante ricompreso tra via Romana, località Indicatore, zona Saione e zona Tortaia di questo capoluogo aretino. I successivi approfondimenti hanno consentito di stabilire, mediante puntuali sequestri di sostanze stupefacenti del tipo eroina e cocaina, l’oggettiva responsabilità penale dei soggetti attenzionati.
L’acquisizione poi di dati informativi forniti dalle persone destinatarie dei sequestri dello stupefacente – sono stati documentati almeno 4000 episodi di spaccio a giovani del Valdarno aretino, di Arezzo e della Valdichiana - ha prodotto una circostanziata "notitia criminis" indirizzata all'autorità giudiziaria che, concordando in pieno con le risultanze investigative, ha emesso otto ordinanze di applicazione di misura cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti che in concorso, in modo pressoché industriale, con carattere frequente e sistematico ottenevano consistenti proventi dall’attività illecita, velocemente trasferiti all’estero tramite il sistema dei “Money Transfer”, da esercizi commerciali della provincia di Arezzo.
Durante l’esecuzione delle operazioni, i militari hanno tratto in arresto in flagranza di reato L.F. nigeriano richiedente asilo, classe ’97, trovato in possesso di 30 gr. di sostanza stupefacente del tipo eroina e cocaina suddivisa in dosi.
I ruoli svolti da ciascuno degli indagati sono stati compiutamente accertati dai carabinieri del Nucleo Investigativo: alcuni dei prevenuti svolgevano la funzione di esecutori materiali delle cessioni e di agenti riscossori, altri quella di incaricati dei contatti telefonici, di organizzatori degli abboccamenti e ricettori degli ordinativi, altri ancora cumulavano entrambi i ruoli occupandosi anche dell’attività di coordinamento dello spaccio al minuto.
In particolare lo svolgimento dell’attività illecita prevedeva l’attivazione dietro richiesta telefonica del cessionario, l’accordo con lo spacciatore sull’incontro e sulla quantità di droga da vendere o cedere, ulteriore contatto di conferma, coordinamento con l’esecutore materiale della cessione. Materiale e sostanze per il “taglio” dello stupefacente erano sistematicamente approvvigionate sul web.
A conferma della pericolosità sociale dei prevenuti, uno di loro a fine agosto si sarebbe reso responsabile in pieno giorno, dell’aggressione perpetrata a Saione nei confronti di una donna italiana che in quel momento lo stava riprendendo mentre lo stesso era intento a spacciare stupefacenti. E' il caso di Francesca Montaini, lla regista televisiva che ha portato la sua denuncia anche all'onore di Rai Uno proprio nei giorni scorsi.
Gli arrestati, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, espletate le formalità di rito, sono stati portati al carcere di Arezzo e Sollicciano, in attesa giudizio di convalida.
Al centro dell'operazione l'obiettivo era quello di sventare un grosso traffico di droga: da qui la perquisizione condotta e ancora in corso da parte dei carabinieri, sotto gli occhi interessati e naturalmente curiosi del quartiere che si è ritrovato di colpo al centro dei riflettori. In particolare una palazzina-condominio nella zona nuova del quartiere, improvvisamente circondata dalle auto e dai carabinieri in azione fin dalla prima mattina.