LUCA AMODIO
Cronaca

Spala ancora nel fango di Valencia. Ventenne dona un weekend agli aiuti: "Quella foto di un bimbo: sarà vivo?"

Niccolò ama la Spagna e non resiste al richiamo: ore per liberare le case coi detriti, poi il cibo agli anziani "C’era una donna in lacrime per il cugino rimasto intrappolato in un market: non ho osato chiederle altro".

Niccolò Agostini, classe 2000, di Arezzo, è a Valencia per dare un aiuto in città dopo l’alluvione

Niccolò Agostini, classe 2000, di Arezzo, è a Valencia per dare un aiuto in città dopo l’alluvione

"In mezzo al fango ho trovato la foto di un bambino. Era rotta, sul marciapiede distrutto. Ho sperato fosse ancora vivo". Sono le parole di Niccòlo Agostini, giovane aretino classe 2000. Da domenica si trova a Valencia, per la precisione a Benettùsser, una delle zone più colpite dall’alluvione che finora ha mietuto oltre 220 vittime. "Avevo due giorni liberi e quindi ho deciso di preparare lo zaino e partire: sono stato a Valencia qualche anno fa e adesso voglio fare la mia parte", ci racconta il ragazzo mentre è in pullaman in orario di pranzo per arrivare nel cuore della tragedia. Lì con gli stivali di gomma e con la pala in mano è in prima linea per dare una mano ai tanti cittadini spagnoli che ne hanno bisogno.

"Mi occupo soprattutto di spalare il fango e di distribuire il cibo, c’è bisogno di aiutare le tante persone che sono finite in disgrazia, soprattutto gli anziani". Benettùsser è uno dei comuni più colpiti dal disastro climatico, una di quelle zone rosse da cui arrivano alcune delle immagini più crude a partire da quelle dei supermercati sommersi con tanto di persone che sono rimaste intrappolate nelle loro auto cercando rifugio tra gli sportelli. "La cosa assurda è che Valencia sembra in una bolla: nel senso che la città che tutti noi conosciamo è integra mentre basta fare 10 minuti di autobus, cioè cinque chilometri, e ci si ritrova in un campo da guerra". "Da quel che ho potuto vedere - racconta il giovane aretino - non ci sono vere e proprie associazioni in campo, c’è una situazione un po’ frammentata in cui chiunque prova a dare una mano e fare la sua parte, si guarda molto al concreto". E per l’appunto Niccolò non ha perso tempo: dopo le presentazioni e i convenevoli ha iniziato a lavorare nel fango. "Si è respirato solidarietà a 360 gradi, c’è gente da tutta Europa, anche tanti giovani", ci dice.

"Domenica sera abbiamo portato diverse buste di cibo ad alcuni anziani che vivono al quarto piano di un palazzo, siamo stati con loro a lungo e per gratitudine ci hanno anche invitato a cena. C’è stato un grande senso di coesione, gli spagnoli sono molto calorosi e ospitali". Niccolò sta raccontando quello che sta vedendo anche sui social e sta anche realizzando una sorta testimonianza video per il suo canale you tube (che si chiama Niccolò Agostini) dove già ha pubblicato contenuti simili. Tra le scene più toccanti ne ricorda una: "Ho incontrato una signora che piangeva, mi ha raccontato che suo cugino era rimasto intrappolato dentro un centro commerciale ma non ha concluso la farse: io non avuto il coraggio di chiederle se fosse ancora vivo".