
Il presidente della Provincia Alessandro Polcri all’attacco del centrodestra
Gli artigli dell’uomo tranquillo. Alessandro Polcri non ha né la mascella né i pettorali di John Wayne ma anche lui ha imparato a colpire duro. Di colpo rompe il silenzio di ordinanza, quello che si era imposto da solo, rompe gli indugi e apre una nuova stagione della Provincia. La sintesi? Archivia la sua vecchia maggioranza e prova a costruirne una tutta nuova, anche se rinnovando il suo antico progetto di mettere d’accordo forze politiche di diverse inclinazioni. Dice basta a quello che chiama "destra-centro" (e già il termine è tutto un programma) e apre al dialogo con i civici, con il centrosinistra e con "la parte più responsabile e moderata del centrodestra", riportato alla sua definizione originaria. "I rappresentanti del destra-centro in consiglio provinciale hanno dimostrato di adottare una strategia chiara: quella del tanto peggio, tanto meglio". Frase che pare risalga al fratello di Darwin ma ha trovato nella storia interpretazioni quasi mai gratificanti. "Trovo grave l’atteggiamento dei rappresentanti della destra, hanno abbandonato i lavori su un tema cruciale, la formazione delle commissioni consiliari, alimentando un atteggiamento ostruzionistico che danneggia in primo luogo i cittadini". Il riferimento è al consiglio provinciale di lunedì. Non è la prima volta che lo sottolinea ma stavolta va oltre. "Questo comportamento evidenzia una totale mancanza di attenzione per il dialogo istituzionale e assenza di cultura di governo, elementi indispensabili in un ente per portare avanti progetti ed iniziative".
Tanto da spingerlo a rivedere la sua storia, fin quasi alla "revisione". "Mi impone una seria riflessione critica sui rapporti da me tenuti in passato con la componente più a destra dello schieramento". L’impressione è che Polcri prenda la mira, non fa nomi ma le allusioni a Fratelli d’Italia e Lega sono palpaabili. "L’interesse di parte ha prevalso su quello per il bene dell’ente e dei territori che la Provincia deve amministrare".
E promette di passare all’azione. "Ritengo necessario dare un segnale forte per garantirne l’operatività. Non è più tempo di sterili polemiche, talvolta costellate di toni esasperati ed offensivi. È il tempo di lavorare concretamente per il bene di questa provincia". Lo avevano sempre accusato di diluire decisioni e risposte, di allungare i tempi a cominciare dal famoso passo indietro sollecitato dal centrodestra? Eccolo sfogliare il calendario. "Dopo Pasqua, avvierò un giro di consultazioni a partire dai civici, dal centrosinistra e con la parte più responsabile e moderata del centrodestra. Il loro contributo sarà cruciale per formare le commissioni consiliari e definire le priorità di azione della Provincia, già dal prossimo Consiglio". In coda le priorità: i fondi Pnrr, i lavori da cantierare, i progetti da avviare. Scossa che suonerà diversa nei vari angoli della Sala dei Grandi: tra gli ex alleati, che da tempo lo invitano a farsi da parte, nell’opposizione (o ex opposizione) che inizialmente aveva creduto di poter aprire una stagione nuova. In tempi diversi entrambi lo hanno accusato di traccheggiare per mantenere il suo scranno.
E ora... "Non possiamo permetterci ulteriori ritardi: ne va del rispetto e del prestigio dell’istituzione che abbiamo l’onore e l’onere di rappresentare". Lo dice lui, glielo avevano detto gli altri da una parte e dall’altra: per una volta la politica aretina aveva trovato la quadra.