LUCA AMODIO
Cronaca

Sparisce l’argento. L’operaio infedele inchiodato dai video. La refurtiva in casa

Dipendente Messo sotto controllo dopo la denuncia dei titolari. Arrestato dalla squadra mobile: aveva 4 chili di metallo prezioso. Gli investigatori ora indagano su altri ammanchi per 200mila euro.

Sparisce l’argento. L’operaio infedele inchiodato dai video. La refurtiva in casa

Sparisce l’argento. L’operaio infedele inchiodato dai video. La refurtiva in casa

Quasi duecentomila euro di argento scomparso. E’ quanto un’azienda aretina ha denunciato alla Questura. Nei giorni scorsi la squadra mobile guidata dal dirigente Davide Comito ha arrestato un operaio infedele dell’impresa. Gli investigatori lo hanno sorpreso alla fine dell’orario di lavoro con le mani sulla marmellata: con sé aveva 2 chilogrammi di argento puro in grani. A casa sua, ne aveva nascosti altri due e diverse migliaia di euro in contanti, denaro forse provento di una vendita del materiale prezioso. Ma al momento rimane un’ipotesi che dovrà essere approfondita. Ad ora la polizia di stato ha ricostruito circa tre/quattro furti messi a segno dal dipendente ma vista il quantitativo denunciato dell’azienda sono in corso ulteriori approfondimenti: c’è da capire se sia stato sempre il dipendente traditore ad appropriarsi dei preziosi, anche le volte passate. Per il 39enne, italiano, senza precedenti penali, sono scattate le manette: dovrà rispondere di furto pluriaggravato dalla destrezza, dall’ingente quantità e dal rapporto di subordinazione.

L’azienda orafa, nota nell’Aretino, si era presentata in Questura nei giorni scorsi. "Oro e argento, scompaiono da tempo", avevano detto i titolari agli agenti che li hanno ascoltati. Non una richiesta nuova di questi tempi in cui il distretto orafo è di fatto sotto attacco, da un’ondata di furti e rapine senza precedenti negli ultimi 10 anni.

Il caso in questione però apparirà ben diverso agli uomini della squadra mobile. Cruciali si sono dimostrate le immagini della videosorveglianza aziendale che riprendevano l’operaio, classe 1985, mettere le mani sui monili destinati alla lavorazione durante i turni di lavoro. Preziosi successivamente ricettati. Un modo redditizio per arrotondare la mensilità.

Individuato il responsabile - che ben si riconoscevain volto dalle immagini delle telecamere - la squadra mobile è entrata in azione. Gli indizi erano netti ma mancava la conferma per inchiodarlo davanti alle sue responsabilità. Così gli agenti lo hanno sorpreso alla fine della sua giornata di lavoro: lo hanno aspettato all’uscita e in questo modol’operaio infedele è stato sorpreso con due chili di argento puro per la lavorazione.

Subito è scattata anche la perquisizione a casa. Bigno: altri due chili di argento. In totale si parla di quasi 4500 euro a cui c’è da aggiungere diverse migliaia di euro, frutto dell’attività ricettiva. Per l’uomo sono scattate le manette per il reato di furto pluriaggravato dalla destrezza, dall’ingente quantità e dal rapporto di subordinazione. Il Pm di turno, Francesca Eva, ha disposto nei suoi confronti gli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida e della celebrazione del rito direttissimo in calendario lunedì prossimo.