
carrello
Arezzo, 13 novembre 2021 - Il paniere della spesa aumenta. Non c’è pace per il consumatore, che oggi rispetto ad un anno fa vede salire, in alcuni casi a dismisura, il costo dei prodotti che normalmente mette nel carrello. Volano prodotti freschi e da dispensa, ma anche lavorati e semi lavorati. A fornire i dati l’ufficio statistica del Comune che elabora per Arezzo i dati dell’Istat . In particolare i numeri fanno riferimento all’ultimo anno. E in un anno appunto, il paragone è tra settembre 2020 e settembre 2021, molte percentuali sono schizzate in avanti. Il caro prodotti che finiscono nella spesa, riguarda un po’ tutti i settori del supermercato. E molte di queste percentuali sono destinate ad aumentare con le prossime rilevazioni, a causa degli aumenti che nel frattempo ci sono stati dei costi di energia e carburanti che pesano come macigni sui costi di produzione e trasporto delle merci e che prima o poi si ripercuotono anche sui consumatori finali. Proprio i cittadini sono alle prese adesso con l’impennata del paniere della spesa. Volano tanti prodotti che finiscono dagli scaffali dei supermercati direttamente sulle nostre tavole.
Qualche esempio? La carne nell’ultimo anno in media è salita dell’1,8%. Ma si rilevano anche delle impennate su alcuni prodotti che rientrano in questa macro area, come il +9,4% fatto registrare nell’ultimo anno dalla carne ovina e caprina, +3,2% invece per il pollame, +3,6 per la carne di bovino adulto. Sale del 3,7% in un anno anche la frutta in generale. Qui dando un’occhiata alle sotto categorie, a volare sono in particolare le pere: +21,9%. Ma salgono del 15,9% anche tutti i frutti a bacca, +8,6% per le arance, aumentano in un anno del 7,9% anche le mele. E non è solo la frutta ad essere cara. Sul fronte vegetali la media d’aumento è del 2,8%. In questo caso a schizzare in un anno sono stati i pomodori +22%, ma anche la verdura a foglia e stelo è salita di oltre il 18%. E ancora, +6,8 per i cavoli, +3,3% per l’insalata. Oli e grassi aumentano mediamente del 3,2%, con l’olio d’oliva che registra da solo un +2,6% di aumento tra settembre 2020 e settembre 2021, stabile invece il burro.
Dolce consolazione, diminuiscono invece zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolciumi in media del 2,7%. Meno 2,3% anche per caffè, te e cacao in un anno. Stesso trend per acque minerali, bevande analcoliche e alcolici: -2,2%. Sale invece dell’1% la pasta fresca e secca, del 2,1 la pizza. E mentre i consumatori sono a caccia di offerte per cercare di tamponare i rincari, ci sono alcuni supermercati che vanno controcorrente. Come Esselunga che punta la sua campagna marketing sulla frase ad effetto: “Il caro vita sale? Noi abbassiamo i prezzi” e invita i clienti a confrontarli. “Essere un’impresa della grande distribuzione vuol dire anche avere una responsabilità nei confronti del cliente –dice Esselunga - In un momento come questo, in cui la tensione sul costo delle materie prime sta avendo effetti negativi sui prezzi, noi ci schieriamo affinché il carovita non influisca sulla spesa di tutti i giorni. Per questo motivo ci impegniamo ad andare controtendenza, abbassando i prezzi. Ti invitiamo a confrontarli”. E poi c’è Conad che propone centinaia di prodotti a marchio tra i “bassi e fissi”. Ma tamponare i rincari significa fare uno slalom attentissimo tra le offerte, e spesso non basta. Intanto dal 1 novembre è aumentato in città del 20% anche il prezzo del pane. Da parte sua Coldiretti Arezzo stima aumenti sui costi di produzione di frutta e verdura di circa il 30% per gli agricoltori a causa dei picchi di energia e carburanti, che se ancora non lo hanno fatto, presto potrebbero ripercuotersi ulteriormente sul prezzo finale dei prodotti stessi.
Non solo cibo. I prezzi in un anno hanno subito variazioni un po’ in tutti i settori di mercato. Aumentano abbigliamento e calzature, spazzatura, e neanche a dirlo, gas, trasporti, energia elettrica. A volare è appunto il gas aumentato del 34,6% tra settembre di anno scorso e settembre 2021, volano a +27,8% anche i carburanti per i mezzi di trasporto privati. Sale del 15,3% il costo del gasolio per riscaldamento, +14,7 per l’energia elettrica. E non finisce qui. Sale dell’8,5% la raccolta dei rifiuti, del 6% il costo dei servizi postali, la fornitura dell’acqua del 2,6. Nemmeno gli animali sono esclusi dai rincari, il veterinario ci costa il 3,3% in più di un anno fa. Anche per i figli spendiamo di più: la scuola dell’infanzia sale del 2,7%, il prezzo dei giocattoli è aumentato del 2,3%, quanto gli articoli di cancelleria e cartoleria. Il trasporto su rotaia ha fatto registrate un +2,2%.
Servizi sportivi e automobili, salgono di circa il 2%. Serve il 3,5% in più per comprare una bici. I tabacchi salgono quasi dell’1%, gli indumenti dell’1,7 in media. All’interno di quest’ultima categoria rientrano per esempio abbigliamento intimo e calze da uomo, con un balzo in avanti superiore del 4,6%, +4% anche l’abbigliamento sportivo da bambini. Sopra il 3% i rincari dell’abbigliamento da uomo. E se in media salgono del 2,2 le calzature, a schizzare sono ancora una volta quelle da uomo su del 7,3% nell’ultimo anno. Costa di più anche la casa, i prodotti per la riparazione e la manutenzione salgono del 3%, +1,8 i mobili. Non solo, la riparazione di mobili, arredi e rivestimenti per pavimenti sale quasi del 15%. Volete darvi al giardinaggio? Ci vuole il 7% in più di un anno fa per le attrezzature da giardino. Avete l’hobby della fotografia? Apparecchi fotografici, strumenti ottici e cinematografici, costano il 15,3% in più. Costa un po’ di più anche andare dal medico l’1,5%, sale dello 0,7 il dentista. E ancora, la gioielleria sale del 10,6%. Volete consolarvi? I pacchetti vacanza costano il 4,8% in meno di un anno fa. Basta trovare i soldi per acquistarli e partire.