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Arezzo, 12 luglio 2020 - Alberghi vuoti e stagione turistica ormai irrimediabilmente compromessa. La pandemia ha messo completamente in ginocchio il settore, per capire di cosa stiamo parlando basta guardare un po’ di dati: gli hotel sono pieni solo per il 15% delle capienza e giugno si è chiuso con il 54% in meno di presenze negli alberghi cittadini.
Conferma sconsolata Laura Lodone, responsabile del settore per Confcommercio: «La situazione è drammatica e, onestamente, non credo che possa migliorare di molto: non ci sono eventi, non ci sono gruppi, l’incertezza regna sovrana ma il dato certo è che non ci sono prenotazioni tali da far pensare a una ripresa, anche minima, tra luglio e agosto».
Detto che Arezzo città non è mai stata piena durante l’estate, la situazione è comunque peggiorata se si considerano i numeri degli anni passati. Va un po’ meglio per le residenze di campagna, ma anche qui non si va nemmeno vicini al tutto esaurito. Basta fare una semplice simulazione su Airbnb, ad esempio: salta all’occhio che per il prossimo weekend sono disponibili più di trecento alloggi, e molti proprietari di case vacanze hanno abbassato decisamente i prezzi: con 70 euro in totale una coppia può assicurarsi una stanza per due notti.
Si provano tutte, insomma, per attrarre un po’ di turisti ma la situazione è molto complessa e forse non basterà ritoccare i prezzi, continua Lodone: «Un albergatore non può fare la corsa al ribasso. Dal punto di vista imprenditoriale è sbagliatissimo, le locazioni seguono altre regole, non hanno Iva e sono un’integrazione di reddito.
Per gli imprenditori, il guaio è che è stato completamente azzerato un business importantissimo per la città: non ci sono congressi, non si possono organizzare eventi né formativi né sportivi, e poi c’è tutta l’incertezza legata al coronavirus». Le notizie sulla presenza di focolai in provincia hanno, come era prevedibile, spaventato coloro che avevano deciso di passare qualche giorno in zona e, se l’estate è data ormai come persa, a preoccupare moltissimo è anche un’eventuale seconda ondata: «Se il virus si ripresentasse con l’arrivo dell’autunno – conclude Lodone – sarebbe veramente una tragedia.
Perché a quel punto la cancellazione di tutti gli eventi congressuali e sportivi che tengono su l’economia degli albergatori aretini verrebbe certamente meno e gli effetti sarebbero devastanti, anche in termini occupazionali».
Se pure – come è auspicabile - non si andasse incontro a un nuovo lockdown, infatti, una nuova ondata costringerebbe a ripensare gli eventi con centinaia di partecipanti e questo si rifletterebbe, a cascata, su tutti i settori coinvolti, compreso quello alberghiero.
Come tante categorie in questo momento, anche gli imprenditori delle strutture ricettive navigano a vista, consapevoli di non essere completamente padroni del proprio destino. Molti, italiani e stranieri, stanno rinunciando a viaggiare perché non sentono di poterlo fare in sicurezza e non ci sono politiche sui prezzo che tengano in questi casi.