
Daniele Menci
Arezzo, 12 agosto 2015 - Parigi-Brest-Parigi: una super Gran Fondo, una randonnée, una straordinaria quanto insidiosa avventura, l’ultima «follia» del ciclismo, definitela come volete, lunga, udite udite, 1200 chilometri da fare in bicicletta, in 80 o 90 ore. Fra gli ottomila partecipanti provenienti a tutto il mondo, di cui circa 300 italiani, ci sarà un giovane aretino, Daniele Menci, 32 anni, che vive a Frassineto e tesserato per un club di Poppi.
Ci riprova otto anni dopo l’aretino Carlo Giacomin, che finì la prova nel 2007. Domenica prossima la partenza dallo storico velodromo di Saint Quentin en Yvelines a Parigi, l’arrivo dopo oltre tre giorni. E’ un evento spettacolare e massacrante, suggestivo e infinito che si disputa una volta ogni 4 anni, 11.000 metri di dislivello, non salite lunghissime ma continue e chi va in bicicletta sa che dopo una tasnti chilometri anche uno strappo può diventare una via crucis se la vista si annebbia, il sonno ti assale. Milleduecento chilometri da completare in un tempo limite (80 - 84 - 90 ore a seconda della categoria).
Un’impresa. Daniele Menci ha scelto il limite di 90 ore e per essere ammesso a questa mega sfida ha dovuto ottenere dei brevetti, quattro da gennaio (200 km, 300 km, 400 km, 600 km) richiesti dall’ Audax Club Parisien, (l’associazione che gestisce la Paris-Brest-Paris). Questi brevetti hanno anche permesso a Daniele un posto per la Nazionale Italiana Randonneurs. «Non avrò nessuno al seguito, scelta mia, perché secondo me queste imprese devono essere tali fino in fondo. Sono allenato bene, so che non sarà facile, ma ho tantge motivazioni per completare questa storica corsa» - dice Daniele, che aggiunge - «Vado in bicicletta da tre anni, più seriamente da due, da quando sono tesserato con il Gs Poppi. Nella vita faccio l’impiegato amministrativo».
Quanto alle maggiori insidie oltre alla straardinaria lunghezza del percorso, dice: ««Oltre a questo, anche le difficoltà, non asperità lunghe ma continue, basta vedere il dislivello e il pericolo del sonno. In ogni caso ci sono anche dei dormitori, cercherò di riposare il giusto per recuperare ma con un occhio al tempo perché in 90 ore devo tornare a Parigi».
Le prime edizioni, oltre una vita fa, erano riservate a corridori di professione, prima volta nel 1891, mentre nella seconda, 1901, vinse il grande Maurice Garin, lo spazzacamino valdostano che vinse due Parigi-Roubaix da italiano e che una volta diventato francese, conquistò il primo Tour de France della storia, datato 1903. Da tempo la Parigi-Brest-Parigi è in pratica riservata agli infaticabili e inossidabili cicloamatori. Ogni 4 anni si rinnova questa avventura e Daniele Menci è deciso a viverla da «piccolo grande eroe». Oltre tre giorni, quasi quattro per chi riuscirà a rivedere la torre Eiffel dopo una fatica immane ma una gioia immensa.
Fausto Sarrini