ALBERTO PIERINI
Cronaca

Stadio all’inglese: via anche la pista Verso una convenzione per i lavori

Accordo tra società e Comune, a settembre vertice operativo. Sindaco: "Passaggio necessario in Regione" .

Stadio all’inglese: via anche la pista Verso una convenzione per i lavori

di Alberto Pierini

Uno stadio all’inglese, con il tifo sul collo dei giocatori e la possibilità di lanciarli o contestarli in presa diretta. E’ una delle sintesi del futuro stadio dell’Arezzo: in parte già emersa ma riproposta ieri ad un tavolo che conta, quello del sindaco.

L’operazione lascia il porto. Per mandare le macchine avanti tutta ce ne vorrà e forse ancora parecchio. Ma tra le pietre di Palazzo Cavallo il quadro comincia a chiarirsi. La prima certezza ce la conferma lo stesso sindaco Alessandro Ghinelli. "E’ chiaro che ci vorrà un passaggio in Regione e daremo una mano alla società per poterlo fare prima possibile". Un passaggio in sè non appeso all’ampliamento dello stadio: ma al suo sviluppo commerciale. "Una novità che può richiedere una variante urbanistica". Può, non deve: ma il rebus va chiarito.

Commerciale? Sarebbe un’area da dislocare sotto la futura maratona. Non solo merchandising e vendita diretta: si parla anche di spazi per palestre e attività. Chiave per farlo vivere oltre la domenica del pazzo tifo e anche per ripagarne le spese.

Spese che la società si accollerebbe. Ma con quale percorso progettuale? Le ipotesi prima dell’incontro erano due: il project financing o una convenzione diretta. E anche qui i margini sembrano ormai stretti.

"Il project – conferma il sindaco – è perfetto per le opere esclusivamente pubbliche: essendoci anche un coinvolgimento economico privato la convenzione diretta tra società e Comune mi pare quella maestra". In pratica la società paga, gestisce l’impianto per un tot numero di anni e lo trasforma anche in senso commerciale. Già in tribuna c’è un ristorante, apre per le partite: ma il futuro immaginato dalla società è diverso. Ieri in Comune non c’era il presidente Guglielmo Manzo, il primo a lanciare l’idea ma l’amministratore delegato Sabatino Selvaggio. "Per noi – ci conferma – è un progetto strategico e che vorremmo realizzare prima possibile. Siamo grati al Comune per il passo avanti che è stato fatto".

Quale passo? La convergenza su un progetto di massima, diciamo gli obiettivi, e su un percorso. L’appuntamento a settembre per uno step operativo nel quale chiarire la fase progettuale da una parte e l’iter burocratico dall’altra.

Il quadro è semplice. Intanto lo spostamento del campo verso la tribuna con l’eliminazione della pista: e tutti gli spalti saranno realizzati a ridosso del prato verde, lì dove nascono speranze pur rigorosamente pallonare.

Demolizione e ricostruzione della maratona, chiusa da anni, e della curva nord, quella dei tifosi ospiti: attualmente da mille posti scarsi, in futuro da duemila. Sotto la maratona buona parte della destinazione commerciale.

Capienza? Da una potenzialità attuale di circa 8000, non potendo sfruttare varie parti dell’impianto, ad un numero tra tredicimila e quattordicimila. Sostanziale demolizione anche della tribuna centrale per completare il progetto di avvicinamento al campo e adeguarla alla nuova fisionomia. Nessuna demolizione per la curva amaranto, ma va armonizzata al resto dell’impianto. L’ipotesi forse è di abbassarla un po’. Specie considerando l’altra metà del progetto: la copertura totale dello stadio. Vai a fare il tifo, magari prendi una giubbata di gol ma una giubbata d’acqua no. Quando? Qui si va sul delicato. Si sa, i tempi dei nuovi stadi sono dappertutto biblici. Questo non sarebbe nuovo ma in gran parte sì. Dite agli inglesi che stiamo arrivando.