![La vittima ha denunciato più volte la situazione in Questura ed è anche arrivato un ammonimento per l’uomo (Foto di repertorio) La vittima ha denunciato più volte la situazione in Questura ed è anche arrivato un ammonimento per l’uomo (Foto di repertorio)](https://www.lanazione.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/MGZiZTA2OTQtYTEyOC00/0/1358-dire-0603__65-75503443.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
La vittima ha denunciato più volte la situazione in Questura ed è anche arrivato un ammonimento per l’uomo (Foto di repertorio)
Arezzo, 13 febbraio 2025 – Una vera e propria persecuzione. Si conoscono su facebook e inziano a frequentarsi, solo pochi giorni. Poi lei decide di chiudere: ha atteggiamenti che non le piacciono. È il 2020. Lui non ci sta, la riempie di messaggi, la provoca, la offende, vuole manipolarla. Abita in Veneto ma si dice pronto a trasferirsi ad Arezzo: solo per vederla. Lei è netta e chiara, non lascia altre interpretazione nelle sue parole: no, basta così. Un giorno, racconterà agli investigatori, tornò a casa e trovò la porta aperta: quando entrò vide un uomo che si era lanciato dalla finestra e aveva iniziato a correre. Aveva il sospetto di chi fosse ma non voleva crederci. Due anni tutto è chiaro, lui le scrive: “Per te ho fatto tante cose, tra queste quella di arrampicarmi sul tuo balcone ma nello scendere sono caduto da tre metri e mi sono rotto sei costole”.
Partono le querele: la prima arriva nel marzo del 2022. Pochi giorni prima aveva trovato sul vetro della propria auto un bigliettino. Secondo la vittima la firma era dello stalker. Va in questura e racconta tutto: nel luglio dello stesso anno arriva un ammonimento nei confronti del veneto: non può avvicinarsi alla ragazza. Intanto inizia il processo: il cinquantenne viene condannato per il reato di molestie a quattro mesi di arresto dal tribunale di Arezzo.
Storia finita? No. La ragazza denuncerà, ancora, di continuare a ricevere segnali inquietanti. Tra questi ci sono alcuni pedinamenti. Nell’aprile del 2024 si stava recando dal fidanzato quando si è accorda di esser seguita da un furgone. Lo vede e inizia a urlare, racconta agli agenti. Lei chiama il 112, lui scappa poi prova ad aggredirla ma il compagno si mette di mezzo e lo intima di allontanarsi. I carabinieri arrivano, lo trovano e verbalizzano l’accaduto. E così si è aperto il secondo procedimento: la citazione a giudizio è arrivata nei giorni scorsi al tribunale di Arezzo e il capo di imputazione è sempre quello di molestia, reato che la legale della vittima ha chiesto di riqualificare nell’accusa ben più pesante di atti persecutori, stalking nel gergo comune. Anche perché solo con questa ipotesi di reato la legale può richiedere misure cautelari nei confronti dell’uomo che si trova a piede libero. Certo, ancora tutto è da dimostrare, non c’è sentenza e l’imputato dovrà raccontare la sua versione e difendersi.
E la ragazza? Vive un inferno. Ha paura. Ha dovuto cambiare le sue abitudini di vita, casa e auto, ha il terrore di uscire di casa per paura di trovarselo davanti come è già successo. Come ha raccontato la legale in aula, la vittima non riesce a dormire, ha dovuto iniziare a prendere anche dei psicofarmaci e andare in terapia. Una vita di ansia, sofferenza e timore per un uomo che non ha capito che quel no significa solo, e soltanto, no.