MASSIMO PUCCI
Cronaca

Statua di Benigni, il Piccolo Diavolo telefona e Sgarbi ci mette il veleno

Robertaccio chiama l’autore della scultura Roggi per ringraziarlo: "L’imbrattatura è una ragazzata. quella di Montanelli è odio politico". Il critico si fa riprendere mentre spinge per abbattere l’opera.

di Massimo Pucci

Benigni chiama lo scultore, ma Sgarbi irrompe: "statua da buttare giù". È ancora bollente la situazione intorno alla statua dedicata a "La vita è bella" a Castiglion Fiorentino. All’autore dell’opera, Andrea Roggi, è arrivata la telefonata di Roberto Benigni: "Grazie per quello che hai detto e per il messaggio di rispetto che hai lanciato", ha detto il regista allo scultore.

La telefonata a Roggi è arrivata venerdì pomeriggio: "mi stavo riposando – racconta Roggi – lì per lì non ho connesso, ma è stata una lunga e cordiale chiacchierata". Benigni ha fatto una chiara distinzione fra quello che è capitato alla statua di Montanelli e quando accaduto alla sua: "È stata una ragazzata – ha sostenuto il comico – mentre quella di Milano è una mossa dettata dall’odio suscitato nei confronti del giornalista".

Senza entrare nel merito della situazione che ha visto al centro Montanelli, Benigni ha circoscritto il caso accaduto a Manciano di Castiglion Fiorentino, dove la scultura è stata imbrattata dai vandali e poi ripulita dal Comune, ad un gesto da ragazzini. Da Roggi a Benigni nessun invito a Castiglion Fiorentino: "Non mi sembrava il caso, ma lo attendo a braccia aperte se vorrà venire, insieme abbiamo ricordato anche il nostro incontro ai tempi della sua ultima visita da queste parti".

"Benigni – continua Roggi – è legato a Castiglion Fiorentino, ma i suoi ricordi sono mediati dai racconti dei genitori, era un bambino quando se ne andò, la sua era una famiglia poverissima. Lo scultore e il comico durante la telefonata hanno ribadito la necessità di abbassare i toni e di una comunicazione più educata, al fine di scongiurare episodi di emulazione e limitare quindi le azioni di incitamento all’odio.

Anche senza nominare Vittorio Sgarbi, che aveva detto pubblicamente di prendersela con la statua di Benigni e non con quella di Montanelli, il critico d’arte si è materializzato ieri pomeriggio "sul luogo del misfatto". Sgarbi è arrivato al Parco della creatività di Manciano come un tornado, non poteva mancare e non è mancata la foto nella posa plastica del tentativo di ribaltare il monumento. Migliaia di visualizzazioni della diretta sulla pagina Facebook di Sgarbi, le immagini sono quelle del laboratorio di Andrea Roggi a Manciano, dove il critico è arrivato insieme Mario Agnelli: "Devi dichiarare pubblicamente – ha detto Sgarbi ironico al sindaco – che fai rimuovere quella statua e al posto né metti una mia. Benigni è un artista vivente ma defunto, mentre io potrei morire da un momento all’altro". Poi si è fatto fotografare mentre spinge la statua, come per abbatterloa. Sgarbi si è anche intrattenuto a parlare con i genitori di Roggi, lo scultore si trovava con la moglie a Pietrasanta, con i quali si è complimentato per il laboratorio artigiano dove è presente una fonderia per la realizzazione delle opere".